25 aprile 2024
Aggiornato 03:00
La proposta degli autonomisti

La maggioranza regionale divisa sulla Festa del 3 aprile

L’istituzione per legge delle celebrazioni per la nascita della Patria del Friuli spacca il centrosinistra: in V Commissione Pd a favore, Sel contrario. Se ne discuterà il 4 marzo in Consiglio regionale

UDINE – La Patria del Friuli spacca la maggioranza regionale. Non sarà certamente la proposta di istituire per legge la Festa del 3 aprile a mandare in crisi il centrosinistra, però rappresenta un segnale della diversità di vedute che, sempre più spesso, caratterizza Partito Democratico e Sel. La frattura si è consumata in V Commissione consiliare, quando i consiglieri sono stati chiamati a votare la proposta di legge - a firma Barbara Zilli (Ln), Mara Piccin e Claudio Violino (Misto) - per ricordare l'identità del popolo friulano e valorizzare la specialità del Friuli Venezia Giulia attraverso una ricorrenza ufficiale: il 3 aprile. L’approvazione è arrivata a larga maggioranza, con il voto contrario del capogruppo di Sel, Giulio Lauri, e con quelli a favore del democratico Vincenzo Martines (presidente della V Commissione) e dell’assessore alla Cultura Gianni Torrenti. La questione sarà dibattuta in Consiglio regionale il 4 marzo.

VIOLINO E LA LEGGE - «Il Friuli Venezia Giulia deve ripartire dalle sue specificità, riscoprire le sue radici, le sue tradizioni, la sua storia e la sua coscienza per delineare nuove e reali prospettive di sviluppo, nel solco di quell'autonomia che orgogliosamente celebriamo ogni 3 aprile. La finalità dei 10 articoli di questa proposta di legge – ha rimarcato Violino - non è quella di creare una commemorazione fine a sé stessa, ma porre l'accento sulla necessità, da parte degli enti locali, di promuovere iniziative che conferiscano il giusto riconoscimento alla nostra cultura, nonché investire sui giovani capaci di coniugare il patrimonio culturale ereditato con progetti innovativi».
Da qui la proposta di istituire borse di studio, di realizzare una bandiera del 3 aprile, di dare mandato al Consiglio regionale di organizzare le celebrazioni, ogni anno, in una delle località di insediamento del gruppo linguistico friulano.

IL NO DI LAURI - «Sarebbe un errore istituire per legge la festa della 'Patrie dal Friuli' che esalta, anche sotto il profilo simbolico, concetti come la tradizione e l'identità di una sola delle comunità linguistiche regionali richiamando più ad atteggiamenti di chiusura culturale anziché di apertura e valorizzazione dell'unità regionale». Questo il pensiero di Lauri, che ha proseguito nel suo ragionamento a difesa della multiculturalità del Fvg: «Questo provvedimento asseconda un'offensiva culturale identitaria che rischia di indebolire la specialità invece di difenderla dalle forti spinte neocentraliste in atto a livello nazionale e può contribuire a una frammentazione dell'unità politica e istituzionale del Friuli Venezia Giulia che cova sotto la cenere e che renderebbe molto più difficile la difesa della specialità e dell'autonomia regionale».
Dubbi sulla proposta di legge, Lauri li ha espressi anche sotto il profilo economico, per l'ipotesi di distribuire risorse a tutti i 170 Comuni riconosciuti dalla legge 482 come appartenenti alla comunità friulanofona e a tutti gli uffici pubblici ricadenti nel loro territorio.