19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Rarità vinicole

Vigna Calvari Miani, uno dei vini più rari e preziosi italiani

A Buttrio Enzo Pontoni produce uno dei dieci vini italiani più costosi e apprezzati dal pubblico internazionale.

BUTTRIO - Le regole del mercato non mentono mai, perché se è vero che alcune produzioni internazionali, soprattutto francesi, raggiungono quotazioni altissime, non è solo per la qualità intrinseca del vino stesso ma anche per la capacità dei Domaine di Borgogna e degli Chateaux Bordolesi di creare attorno ad un nome un fascino ed un «allure» incontenibile, facendo diventare una bottiglia di vino un bene duraturo, un investimento da mettere in cantina attendendo che il suo valore, sostenuto dalla stampa internazionale, ripaghi a pieno l'investimento iniziale.

REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO - Con una o due barrique l'anno diventa difficile imporsi sul mercato internazionale, perché con circa 500 bottiglia di vino prodotte annualmente diventa impossibile fare massa sul mercato, ma sarà allora la qualità straordinaria del prodotto - unita alla sua rarità - a provocare l'impennata delle quotazioni al mercato nero degli appassionati, che tramite web si scambiano queste chicche, non esitando a sborsare dai 300 euro in su per una bottiglia di Vigna Calvari Miani.

ENZO PONTONI - Un'altra puntata della serie «mollo tutto e vado a vivere in campagna» è andata in onda a suo tempo anche sul set delle vigne dell'Azienda Agricola Miani, quando Enzo Pontoni ha lasciato la laurea in ingegneria appesa alla parete e si è dedicato anima, cuore e braccia, alle sue vigne e alla sua cantina, privilegiando il lavoro alla comunicazione, rinunciando a cose moderne come un sito internet, per esempio.

IL VINO - Della tonalità più scura possibile del rosso tendente al nero impenetrabile, la complessità di questo vino, che ovviamente invecchia molto bene, si rivela in maniera imponente al naso - a seconda delle annate - su note di frutta rossa molto matura, come le amarene sciroppate, il cassis e la prugna confit. Seguono descrittivi secondari ma che in realtà non lo sono, come il tabacco e il cuoio. In bocca è pieno, caldo, e la sua persistenza lunghissima. Da abbinare con niente, solo da annusare e da assaggiare e riassaggiare, in piena solitudine, viaggiando con la mente attraverso le trame infinite di un vino fuori da ogni logica.