29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Via libera alla Doc Friuli

Pinot grigio delle Venezie: se ne riparla dopo il Vinitaly

La Regione raccoglie le perplessità espresse da produttori e rappresentanti dei Consorzi e rimanda di qualche mese la discussione sulla Doc interregionale. Bolzonello aperto al dialogo

UDINE - Strada spianata alla costituzione della «Doc Friuli» per tutte le varietà di vino, rossi e bianchi, spumanti e frizzanti. E confronto rinviato al dopo Vinitaly sull'ipotesi Doc «Pinot grigio delle Venezie», ovvero per parlare della possibile alleanza con Veneto e Trentino per regolamentare a livello interregionale la produzione di un vino che, in queste tre aree del Paese, rappresenta l'85% della produzione italiana. Ma anche condivisione sul fatto che attorno a quel Tavolo sarà necessario ragionare sulle strategie complessive del settore vitivinicolo in Fvg, che pare soffrire di una crescente debolezza e necessita di un rilancio. Questi, in sintesi, gli esiti del vertice convocato a Udine dal vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, per affrontare il tema della possibile costituzione di una Doc interregionale del Pinot grigio, ipotesi sulla quale si sono registrate da parte dei diversi portatori di interesse (produttori, rappresentanti di consorzi, cooperative, associazioni) posizioni contrapposte, sia di favore che di netta contrarietà.

LA DOC FRIULI – Dopo anni di riflessioni, sta per diventare realtà la denominazione di origine controllata ‘Friuli’. Questo perchè il Friuli Venezia Giulia ha bisogno di essere riconosciuto come un marchio territoriale,  come accade in Francia con lo Champagne o altre regioni italiane, come ad esempio il Chianti o il Barolo. Al contrario, in Fvg, i brand di successo sono quelli di alcune aziende che hanno saputo affermarsi sui mercati nazionali ed internazionali.

LA DOC INTERREGIONALE - Per quanto riguarda invece l'eventualità di una Doc interregionale Pinot grigio, che superi per questo vino l'attuale Igt «delle Venezie», una volta chiarito da parte di Bolzonello che «nulla è deciso», ma che si è solo fatta circolare una bozza di disciplinare sui cui ragionare, tutti d'accordo che serve un approfondimento sui diversi aspetti della questione. E dunque, «nel Tavolo che si terrà a partire da aprile cercheremo di fare sintesi sui diversi aspetti, in particolare su governance e quantitativi», ha indicato l'assessore Bolzonello.
«In questi giorni, chi ha manifestato la propria contrarietà al progetto - ha commentato, riferendosi all'ottantina tra aziende ed enotecnici che hanno presentato un proprio documento - si è dichiarato disponibile a individuare una soluzione condivisa, che mantenga compatto il mondo della vitivinicoltura friulana, uno dei comparti trainanti delle nostre attività produttive. Non possiamo permetterci di spaccarci e mantenere una contrapposizione che può portare solo danni alle nostre aziende».

LE RAGIONI DEI CONTRARI – Gli scettici sull'ipotesi Doc «Pinot grigio delle Venezie» ha il timore che la nuova denominazione offuschi l'immagine delle Doc attuali. Parallelamente qualcuno non gradisce le proposte di massimali di produzione per ettaro, invero inferiori a quelle dell'attuale Igt «delle Venezie», previsto dalla bozza del nuovo disciplinare. Ne risentirebbe la qualità, inversamente proporzionale alla quantità. Anche chi non ha contrarietà di fondo alla nuova Doc, ritiene comunque necessario non perdere l'indicazione geografica tipica «Venezia Giulia», che contraddistingue il lavoro e il successo di molti viticoltori di tutte e quattro le province del Friuli Venezia Giulia.