29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Tensione nei rapporti

Scontro tra pendolari e Regione: chieste le dimissioni di Santoro

L’assessore concede 3 giorni per valutare le modifiche all’orario estivo dei treni. Il Comitato Alto Friuli considera irrispettoso questo ultimatum. Dietrofront della Regione, che dà più tempo, ma ai pendolari non basta. Tensione ai massimi livelli

UDINE - Nel momento migliore per i rapporti tra pendolari e Trenitalia, grazie ai cambiamenti apportati dalla società che si occupa del trasporto passeggeri (leggi l'ultimo articolo sul Diario di Udine), scoppia la crisi con la Regione. Galeotta è stata una e-mail spedita dall’assessore Mariagrazia Santoro ai pendolari del Fvg, recepita come irrispettosa dal Comitato dell’Alto Friuli, che ha chiesto addirittura le dimissioni dell’esponente regionale. In seguito a questa reazione l’assessore ha fatto un passo indietro, dilatando i tempi della risposta, ma per i pendolari ormai, il dato è tratto.

I FATTI - Il 20 marzo Santoro scrive ai rappresentanti dei viaggiatori presentando alcune proposte di affinamento di arrivi e partenze dei treni in Fvg, in vista dell’entrata in vigore dell’orario estivo, previsto a giugno. Non grandi modifiche, come sottolinea l’assessore, soprattutto in considerazione del fatto che i nuovi elettrotreni Caf cominceranno a viaggiare dal 15 giugno, entrando a regime, tutti gli otto convogli, a partire dal mese di settembre. «Al cambio orario di dicembre - precisa Santoro - si procederà a un’ulteriore attività di modifica anche al fine di poter sfruttare al meglio le prestazioni del nuovo materiale, modiche e affinamenti che saranno valutati congiuntamente  come nel caso attuale». La comunicazione dell’assessore si chiude con l’invito a rispondere alle proposte di affinamento dell’orario, «in considerazione della ristrettezza dei tempi», entro il 23 marzo, dando così la possibilità di convocare, il 25 marzo, un vertice con Trenitalia durante il quale «procedere alla condivisione finale della configurazione dell’offerta da attuare con l’orario estivo».

LE REAZIONI - Apriti cielo. Il Comitato pendolari dell’Alto Friuli non ci sta e considera irrispettoso dare solo 3 giorni di tempo (da venerdì 20 a lunedì 23) per verificare le possibili modifiche da introdurre nell’orario estivo. «Siamo basiti da questo metodo di lavoro - scrivono i pendolari -  che ancora una volta dimostra la superficialità di come viene gestito il servizio ferroviario dalla nostra Regione. Comprendiamo che con l'arrivo del nuovo materiale rotabile risulti sensato procedere per gradi successivi, tuttavia riteniamo la Sua mail odierna - precisano i rappresentanti dei viaggiatori - un insulto alla nostra intelligenza visto che il termine ad horas del 23 marzo appare un ultimatum». Da qui la richiesta di dimissioni, avanzata dopo aver ricordato i disagi causati da scelte sbagliate della Regione legate all’entrata in vigore dell’orario cadenzato: «Cara Assessore ma per chi ci ha preso? Forse per i suoi impiegati? Siamo stufi di sostituirci alla Regione e ai funzionari regionali in attività di loro competenza per le quali sono retribuiti (e bene) dai cittadini. Se non siete in grado di svolgere il vostro lavoro - concludono i pendolari - dimettetevi».

LA PROROGA - Poche ore e l’assessore Santoro diffonde un comunicato che pare distensivo. «A dimostrazione della volontà di mantenere il clima collaborativo e proficuo con i Comitati dei pendolari, oltre a trasmettere il giorno stesso le valutazioni fatte da Trenitalia sulle proposte di modifica fatte dai Comitati stessi nei mesi scorsi, abbiamo chiesto ed ottenuto una settimana di più per consentire una serena valutazione a tutti. È necessario lavorare sul presente e sul futuro, non rivangare scelte nate a cavallo tra il 2012 e il 2013 e quando i vertici nazionali e locali di Trenitalia erano altri», prosegue l'assessore Santoro in riferimento all'orario cadenzato. Il termine, quindi, è stato spostato al 26 marzo. Parole che non bastano per sedare la rabbia dei pendolari: «Facciamo finta di nulla anche se chi ci doveva tutelare non ha mosso mai un dito. Facciamo finta che non esistano i problemi, perché se dovessero esistere sono colpa degli altri non certamente dell'Assessore Santoro», chiosa il Comitato Alto Friuli, respingendo al mittente la richiesta di 'pace'.