24 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Hanno un ruolo fondamentale per l’ambiente

Moria di api in Friuli: nel 2015 pare esserci un’inversione di tendenza

Il 2014 è stato catastrofico, con la produzione di miele che è calata del 50%, passando da 6 a 3 mila quintali. Ma il presidente del Consorzio Apicoltori della provincia di Udine, Della Vedova, è ottimista per il 2015

UDINE - Dopo un 2014 catastrofico per la produzione di miele, si cominciano a registrare i primi segnali che fanno ben sperare per il futuro delle api. Nelle ultime due settimane, in base al monitoraggio effettuato dal Consorzio Apicoltori della provincia Udine (680 iscritti, una produzione che oscilla, in media, tra le 400 e le 500 tonnellate di miele, con punte massime di 18 mila alveari operativi) si rileva un incremento notevole nella popolosità delle famiglie di api. «Benché sia ancora prematuro fare pronostici sull’intera stagione che continua fino a luglio e quindi sulla relativa produzione, - afferma il presidente del Consorzio Giorgio Della Vedova – constatiamo che le famiglie si stanno sviluppando bene, sono più numerose e vivaci rispetto all’annualità precedente, stanno raccogliendo nettare e polline in quantità».

2014 annus horribilis
Il 2014 è stato archiviato come l’annus horribilis con produzioni di miele dimezzate a livello regionale, per effetto di un crollo, una moria delle api di elevate proporzioni dovuta a varie concause: il clima particolarmente piovoso («il meteo sfavorevole – aggiunge Della Vedova – è tra i principali elementi di stress per le api») insieme ad altri fattori (l’introduzione, nelle colture, di nuovi insetticidi e la diffusione di parassiti come la Varroa). L’effetto, a livello regionale, è stato di una produzione calata del 50-60% in linea con il resto d’Italia. «Sembra - conferma Della Vedova - che le cose stiano migliorando. Continueremo a monitorare la situazione auspicando che si consolidi e sia tale da favorire un’effettiva ripresa per il settore e si recuperino le perdite».

Anche il Friuli colpito dal fenomeno
I 15 mila apicoltori del Friuli Venezia Giulia assicurano che la situazione è critica anche in regione. Basta un dato per capirlo: se fino al 2014 la media di miele prodotto si aggirava attorno ai 6 mila quintali, lo scorso anno non si è andati oltre i 3 mila quintali. E come se non bastasse, c’è stata anche una diminuzione del numero di alveari del 30-40%, con punte addirittura del 70%. Una tendenza molto preoccupante per l’equilibrio dell’ambiente, visto che le api svolgono un ruolo fondamentale sia in termini di impollinazione che di mantenimento dell’ecosistema. La speranza di tutti è che l’ottimismo espresso da Della Vedova possa essere confermato dai fatti nel corso di quest’anno, grazie anche a una serie di interventi di tutela e mantenimento degli alveari.