18 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Il 70° anniversario dalla Liberazione

La città di Udine simbolo dei valori della Resistenza per il rispetto dei diritti civili

Molto applaudito l’intervento del sindaco Honsell, che parla in friulano, canta ‘Bella Ciao’ e attacca le riforme del governo Renzi. Esaltati gli ideali dei partigiani e i protagonisti della lotta di Liberazione

UDINE - Ha intonato ‘Bella Ciao’, cantandola insieme a chi ha scelto piazza Libertà per celebrare il 70° anniversario della Liberazione. Il sindaco di Udine, Furio Honsell, ha strappato gli applausi dei presenti (un migliaio i partecipanti alla cerimonia) con un discorso nel quale ha esaltato i valori della Resistenza, ha ricordato i partigiani morti, ha criticato le riforme del governo Renzi e ha ribadito come Udine è e sarà la città dei diritti civili, mischiando politica, patriottismo, ricordi personali

Il 25 aprile del capoluogo friulano
La festa è cominciata da piazza Primo maggio, dove centinaia di persone hanno preso parte al corteo. Centinaia di sindaci con la fascia Tricolore, di amministratori locali (rappresentata sia Provincia di Udine che Regione), di sindacalisti, di studenti, di lavoratori e di giovani hanno attraversato le vie del centro per giungere in una piazza Libertà già affollata. Qui è stato il sindaco Honsell ad aprire i discorsi ufficiali, prima che la cerimonia si spostasse in piazzale XXVI Luglio per la deposizione della corona al Monumento della Resistenza da poco restaurato e gli interventi dei giovani del Consiglio Comunale dei Ragazzi e del Palio Teatrale Studentesco.

Le parole del sindaco Honsell
«Dobbiamo impegnarci quotidianamente a far valere i valori di libertà, di pari opportunità, di pluralismo e di democrazia della Resistenza, esempio di rivolta morale contro il fascismo». Ha esordito così Honsell, prima di ricordare la figura del primo sindaco della Udine liberata, Giovanni Cosattini. «Gli ideali della Resistenza - ha aggiunto - sono gli unici ai quali possiamo ispirarci nell’affrontare le sfide immani della nostra contemporaneità: la recessione economica, le numerose guerre sulle altre sponde del Mediterraneo, la cui scia di sangue ormai ha cambiato il colore stesso del Mare Nostrum, e il consumo sfrenato delle risorse ambientali del pianeta». Il sindaco ha quindi ricordato alcuni dei partigiani scomparsi negli ultimi anni: da Rosina Cantoni a Paolo Pascoli, da Giovanni Spoangaro e Luciano Rapotez, «padre morale per molti di noi», ha detto Honsell.

Udine città simbolo della Resistenza
«Dobbiamo far vivere alla città di Udine, insignita di medaglia d’oro per la Lotta di Liberazione, il ruolo di città simbolo della Resistenza in ogni occasione nella quale si debbano promuovere e difendere i diritti civili - ha auspicato il sindaco -. Affrontando con coraggio tutte le istanze che ci pongono i cittadini, soprattutto quelli più deboli o discriminati, come quelle sul fine-vita o sul diritto a venir riconosciuti come coppie ancorché di diverso orientamento sessuale».
Honsell ha invitato i cittadini a percorrere le vie, le strade e le piazze della città e a riflettere sulle personalità a cui sono dedicate: Renato del Din, Cecilia Deganutti, Mario Foschiani ‘Guerra’, Gino Pieri,  Antonio Friz ‘Wolf’, annunciando di aver chiesto di far diventare l’opera di Gino Valle in piazzale XXVI Luglio monumento nazionale.

L’Europa accogliente e l’affondo al governo Renzi
Dopo aver scandito qualche frase il marilenghe, Honsell ha fatto riferimento all’Europa, che anziché «fortezza» deve diventare «luogo dove accogliere dignitosamente ogni richiedente asilo politico, affinché diventi ambasciatore di civiltà e motore di cambiamento nel suo Paese d’origine».
A seguire, l’affondo al governo Renzi: «Le recentissime leggi che indeboliscono quelle che erano conquiste di dignità dei lavoratori, come l'articolo 18, preoccupano anche se vengono proposte come grandi riforme. Temo che portino a una crescita delle sperequazioni e dunque creino ulteriori rischi di rottura della solidarietà sociale. Temo anche per la scuola pubblica, che sotto il peso di ancora nuove riforme possa venire indebolita. La Resistenza fu un nuovo Umanesimo - conclude Honsell - e di questo abbiamo sempre più bisogno oggi».