20 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Scontro politico

Il bullismo omofobico a scuola mette contro Sel e Fratelli d’Italia

L’assessore Panariti presenta un’indagine svolta a scuola per ‘misurare’ i fenomeni di intolleranza tra i giovanissimi, ma il consigliere Ciriani parla di fenomeno inventato per scopi propagandistici e per mascherare i veri problemi dell’istruzione. Intanto dal municipio di Udine sventola la bandiera arcobaleno

UDINE - Il tema del ‘bullismo omofobico’ a scuola divide il mondo politico. Se da una parte la Regione, attraverso l’assessore Loredana Panariti, ha inteso ‘misurare’ il fenomeno attraverso un’indagine condotta su un campione di 2.138 studenti, dall’altra il consigliere regionale di Fratelli d’Italia/Alleanza Nazionale, Luca Ciriani, la definisce «una bella invenzione propagandistica» per sviare dai veri problemi della scuola. E intanto, dal municipio di Udine, sventola la bandiera arcobaleno contro l’omofobia (domenica 17 è la Giornata internazionale contro l’omofobia).

L’esito della ricerca voluta dalla Regione
L'indagine sul campo, ideata e realizzata dai ricercatori del Dipartimento di Scienze della Vita dell'Università di Trieste, ha coinvolto un campione di studenti delle scuole secondarie e di enti professionali del Fvg. A essere misurate sono state la diffusione e l'intensità degli atteggiamenti (positivi o negativi) e della stereotipizzazione delle persone omosessuali, e la frequenza con cui i ragazzi hanno assistito, subito o inflitto atti di bullismo omofobico, di natura verbale o fisica. Dai dati emerge come circa il 40% degli intervistati abbia assistito ‘spesso’ o ‘sempre’ all'utilizzo di termini denigratori rivolti in generale alle persone omosessuali. Le offese sono generalmente meno dirette alle persone omosessuali di sesso femminile (4.17%) rispetto a quelle di sesso maschile (11%). Le persone che riportano di essere state vittime di aggressioni omofobe di tipo verbale sono 578 (26.8% dei partecipanti) mentre 74 (3.5% dei partecipanti) dichiarano di essere state vittime di aggressioni comportamentali.

Ma Ciriani non si fa convincere
«Meglio costruire demoni che nella realtà dei fatti non esistono, piuttosto che affrontare i veri problemi della scuola e dell'educazione - afferma il consigliere regionale Ciariani -. Il bullismo omofobico è una bella invenzione propagandistica, un mostro da creare ad hoc per sperare di distogliere l'attenzione della gente da quelle che sono le vere emergenze della scuola: strutture fatiscenti, insegnanti mal pagati e carichi di responsabilità, precari che non sanno ancora che fine faranno dopo aver fatto supplenze per decine di anni, presenza di spinelli e alcool nelle strutture, mancanza di materiale educativo».
Chiude così il suo sfogo l’esponente del centrodestra: «Questa e le altre iniziative adottate nelle scuole hanno solo l'obiettivo di creare paure, diffondere la cultura del sospetto e si inseriscono nel disegno più grande di cercare di annientare i valori cardine della nostra società: la solidarietà, la famiglia composta da mamma, papà e figli. Il progetto regionale di prevenzione e contrasto del bullismo omofobico - conclude Ciriani - non è suffragato da alcun dato concreto».

L’importanza degli insegnanti contro la discriminazione
«Il ruolo degli insegnanti è centrale per combattere il fenomeno del bullismo omofobico e tanto più sono percepiti come agenti attivi, minori risultano gli atti di bullismo. Così come sono importanti i dati raccolti nell'ambito della ricerca che potranno essere un utile strumento per programmare, a livello regionale, idonee azioni preventive in materia di istruzione e di orientamento scolastico, con un impatto diretto in termini di contrasto e prevenzione della dispersione scolastica». Lo ha riferito l'assessore regionale alle Politiche giovanili, Loredana Panariti, intervenuta alla presentazione dei principali risultati del Progetto regionale di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo omofobico, promosso dalla direzione regionale a Lavoro, Formazione, Istruzione, Pari Opportunità, Politiche giovanili, Ricerca e Università con la collaborazione dell'Ufficio scolastico del Friuli Venezia Giulia, del dipartimento di Scienze della Vita dell'Università degli Studi di Trieste e delle associazioni di volontariato Arcigay Arcobaleno Trieste e Gorizia, Arcigay Nuovi Passi di Udine e Pordenone e Arcilesbica Udine.