19 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Paluzza

In Carnia c’è una cooperativa che funziona: la Secab

104esima assemblea dei soci per una realtà che nel 2014 è riuscita a produrre 1,6 milioni di utile. «Un punto di riferimento per la Carnia», ha detto il vicepresidente della Regione Bolzonello

PALUZZA – Il caso CoopCa ha gettato ombre inquietanti sul sistema di gestione delle cooperative anche in Fvg. Però, proprio in Carnia, territorio messo in ginocchio dal crac CoopCa, esistono ancora modelli di cooperative che non soltanto funzionano, ma che  sono presi ad esempio per la loro organizzazione e per i risultati conseguiti. Si tratta della Secab di Paluzza, la Società elettrica cooperativa dell'Alto But fondata nel 1911.
Nei giorni scorsi si è tenuta l’assemblea di Secab, realtà che vanta 2.939 soci. «Uno dei punti di riferimento per la Carnia per i suoi valori economici e sociali», ha commentato il vicepresidente Sergio Bolzonello.

I numeri 2014 di Secab
Secab che ha chiuso il bilancio 2014 con un utile netto di oltre 1,6 milioni di euro, raggiunge e serve quasi 5.500 utenti di sei comuni (Cercivento, Ligosullo, Paluzza, Ravascletto, Sutrio, Treppo Carnico), dà lavoro a 24 persone, offre ai proprio soci un prestito sociale (a fine 2014 pari a 7,86 milioni di euro) che è garantito da una ‘copertura’ finanziaria pari a oltre il 171 per cento.
Una realtà fondamentale, dunque, per la Carnia, vero 'motore' di sviluppo per quest'area.

La cooperazione come modello di sviluppo
Bolzonello si è quindi rivolto alla comunità carnica e alla sua classe dirigente: «Per questo territorio il fattore cooperativo deve restare un'esigenza, per la Carnia proseguire su un discorso radicato nella cooperazione significa scegliere un modello di sviluppo: uno sviluppo che in quest'area – chiarisce – necessariamente si coniuga con le attività industriali (e Secab quale fornitore d'energia a prezzi competitivi rappresenta un partner indispensabile), con la produzione agroalimentare, con nuovi scenari turistici».
Per la Regione il modello cooperativo si conferma strategico. Ecco perché, ha annunciato Bolzonello, «a fine anno sarà pronta la nuova legge sulla cooperazione, che non fissa solo nuovi strumenti di vigilanza sulle attività ma guarda anche ai 'contenuti' veri di quello che significa cooperazione».