28 marzo 2024
Aggiornato 18:30
Crisi nell’hinterland

Chiuso il Mercatone Uno di Reana. I lavoratori se la prendono con la Regione

Per i 40 lavoratori scatta ora la Cassa integrazione straordinaria. Mancano certezze sul futuro e sul pagamento dell’ammortizzatore sociale. Si spera nell'intervento di un imprenditore

REANA DEL ROJALE – Chiude il Mercatone Uno di Reana del Rojale. Domenica i 40 dipendenti hanno abbassato per l’ultima volta le serrande del punto vendita alle porte di Udine: per loro, ora, si apre l’iter della cassa integrazione. Non si conosce il futuro di questa catena, che è in vendita e potrebbe riaprire dopo l’estate sotto un altro marchio. Ma gli interrogativi sono molti e nonostante le proteste e le prese di posizione dei dipendenti, la chiusura del Mercatone Uno pare ormai definitiva. E i lavoratori di Reana attaccano la politica regionale per il silenzio fatto calare sulla vicenda.

Con Reana chiusi altri 27 punti vendita
La decisione di chiudere è stata presa dai tre commissari che stanno seguendo dal 7 aprile le sorti dell’azienda, rese difficili da una situazione finanziaria complicata. Oltre a quello Reana, abbassano le serrande altri 27 punti vendita in tutta Italia, con l’avvio della cassa integrazione straordinaria per circa 1.200 dipendenti
«La decisione, presa dei commissari – si legge in un comunicato diramato dai lavoratori di Reana – è stata una conseguenza logica seguita dallo ‘svuota tutto’ iniziato il 21 marzo scorso, una svendita decisa dal vecchio management, che ha portato a svuotare il punto vendita con la conseguente sospensione dell’attività del negozio, mettendo in cassa integrazione i 40 dipendenti che lavorano a Reana».

Gli interrogativi dei dipendenti
«A tutt’oggi – prosegue il comunicato – i lavoratori non sanno su che basi sia stato scelto il punto vendita di Reana per effettuare lo ‘svuota tutto’, pur essendo presenti in regione altri due negozi, a Sacile e Monfalcone, che non navigano certo in ottime acque. La risposta evasiva che è stata data ai lavoratori prima del commissariamento – si legge – è che il punto vendita di Reana fosse tra gli ultimi 34 della lista dei 79 in tutta Italia, lista che i dipendenti non hanno mai potuto visionare, anzi fino alla fine dell’anno scorso dai vari resoconti non risulta fosse questa la situazione reale».
E così 40 lavoratori vengono messi in cassa integrazione straordinaria senza certezza sui tempi di pagamento, a causa della mancanza di fondi da parte dell’Inps.
«Nel frattempo – chiariscono i dipendenti di Reana – 40 famiglie dovranno cercare di sopravvivere e mantenersi con i quattro spiccioli di stipendio che l’azienda deve ancora  versare. Non bisogna dimenticare che dal 7 aprile i dipendenti stanno lavorando a orario ridotto (circa 20 ore). Prima ancora i lavoratori erano stati messi in solidarietà, una misura ancora non pagata dall’Inps».

L’attacco alla Regione
«In tutti questi mesi, la nota maggiormente negativa della vicenda – concludono i lavoratori, auspicando che qualche imprenditore possa rilevare l’azienda – è che la giunta Serracchiani non si è mai espressa in favore dei lavoratori di Reana, non si è fatta sentire e non ha preso alcuna posizione. Vogliamo sapere che cosa ha intenzione di fare la Regione per arginare questo disastro economico, come pensa di aiutare 40 futuri disoccupati. Queste sono alcune delle risposte che i dipendenti del Mercatone Uno vorrebbero avere. Che hanno il diritto di avere».