20 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Chi va in pensione non viene sostituito

Troppe «reggenze» nelle scuole: serve un concorso per i presidi di ruolo

Mancano dirigenti scolastici fissi in provincia di Udine. Oramai un preside si occupa di più scuole contemporaneamente (è accaduto in 43 istituti nel 2014) e questo preoccupa l’assessore Govetto.

UDINE - Si profilano cambiamenti nella guida delle scuole della provincia di Udine dal prossimo anno scolastico. Andranno in pensione, infatti, i presidi del Convitto Paolo Diacono e dell’istituto agrario Paolino di Aquileia di Cividale e di 3 istituti comprensivi. Un passaggio delicato che suscita preoccupazione per la Provincia di Udine e l’assessore Beppino Govetto in particolare. I pensionamenti, infatti, comporteranno modifiche nell’apparato dirigenziale delle scuole stesse con la conseguente necessità di nuove nomine e, dato l’esaurimento della graduatoria dei presidi di ruolo, di ricorrere in alcuni casi, alla modalità della ‘reggenza’: dirigenti scolastici titolari in una scuola saranno chiamati a gestirne altre in contemporanea.

Sempre più diffuso il fenomeno della ‘reggenza’
Una modalità alla quale, nell’anno scolastico 2014/2015, si è fatto ricorso per 43 istituzioni a livello regionale (erano 25 l’anno precedente), di cui 24 a livello provinciale. Un’organizzazione che presenta molte problematiche e che l’assessore provinciale all’Istruzione Govetto non ritiene idonea, tanto da sollecitare un nuovo concorso in tempi brevi per dirigenti scolastici di ruolo. «In due anni, a livello regionale, le reggenze sono quasi raddoppiate; il territorio dove questa modalità è più ricorrente è la Provincia di Udine che raccoglie la maggior parte di studenti nei vari cicli d’istruzione . E’ indispensabile quindi attivare un concorso per figure dirigenziali di ruolo in Fvg o individuare altre soluzioni valide che consentano alle nostre scuole di pianificare a lungo termine il loro percorso». 

In questa situazione difficile garantire la continuità didattica
La reggenza complica l’attività delle scuole «poiché rende difficile – spiega ancora Govetto – garantire la continuità didattica, la programmazione e la gestione di una strategia e una programmazione educativa efficace, con l’impossibilità di pianificare le varie attività curriculari ed extra curriculari in stretto raccordo, a esempio, con il tessuto economico locale. L’assenza di una figura fissa – continua Govetto - determina la mancanza di interlocutori  stabili per famiglie, ragazzi e operatori attivati nelle varie iniziative con conseguente impoverimento culturale e perdita di opportunità di crescita e sviluppo per gli studenti e il mondo imprenditoriale».