29 marzo 2024
Aggiornato 16:30
Da 400 a 100 mila euro

No agli alberghi diffusi come capro espiatorio della mala politica

Amministratori comunali e Confcooperative Fvg invitano la giunta regionale a ripensare il taglio dei contributi a questa forma di ricettività alternativa, fondamentale per il territorio montano

UDINE - Alberghi diffusi e sindaci fanno fronte comune per un no, forte, ai tagli che si prospettano da parte dell’amministrazione regionale: un taglio drastico che farebbe passare i contributi alle società di gestione dai 400 mila euro attuali ai 100 mila previsti. Senza contare la mancanza, a oggi, del relativo regolamento e, dunque, l’assoluta incertezza sulle modalità di riparto delle risorse.
Da qui, la richiesta urgente alla giunta regionale e all’intero Consiglio regionale di rivedere le ipotesi prospettate, riportando il finanziamento al livello dell’anno passato al fine di consentire lo sviluppo degli alberghi diffusi e gli investimenti già previsti dalle società di gestione. Una formula di ricettività, quella dell’albergo diffuso, che rischia di diventare capro espiatorio per espiare le colpe della mala politica (vedi caso Marsilio-Agnola).

Un vertice per parlare di alberghi diffusi
Una posizione netta emersa nel corso di un ‘vertice’ tra alberghi diffusi e amministrazioni comunali, al quale era presente anche Confcooperative Fvg, organizzazione che rappresenta le società di gestione degli alberghi diffusi. Massiccia la partecipazione delle amministrazioni locali, con i comuni di Tolmezzo, Raveo, Forgaria, Sutrio, Ovaro, Ravascletto, Prato Carnico, Rigolato, Forni di Sotto, Paularo, Barcis, Erto e Casso, Clauzetto e Comeglians che hanno affermato la valenza economica di sviluppo turistico e sociale e di salvaguardia del patrimonio edilizio in località marginali della montagna friulana.
Società di gestione e amministrazioni comunali sottolineano con forza come i contributi alle società di gestione vadano considerati uno strumento di politica attiva per la promozione dello sviluppo della montagna: «Gli alberghi diffusi hanno portato turismo e investimenti laddove questi non c’erano perché altrimenti economicamente non sostenibili», dicono all’unisono.

Non ci sono solo i contributi pubblici
Nel corso dell’incontro è stata sottolineata non solo la ricaduta positiva che gli alberghi diffusi hanno sulle altre attività economiche e sull’intero indotto turistico, ma soprattutto il fatto che gli interventi di ristrutturazione sugli immobili siano stati finanziati in buona parte dai singoli privati, generando svariati milioni di euro di investimenti in edilizia.
«Per gli alberghi diffusi – affermano i partecipanti al vertice – si tratta quindi di ristabilire la verità: nessuna volontà di vivere di contributi pubblici, perché qui si produce fatturato, cresciuto anno dopo anno come emerso dai dati di Confcooperative Fvg, i quali dicono che, nel 2012, i 10 alberghi diffusi in forma cooperativa attivi in quel momento, avevano fatturato nel loro complesso 1,4 milioni di euro circa. E qui – sottolineano ancora – si fa turismo diffuso che altrimenti sarebbe concentrato solo in poche grandi destinazioni turistiche abbandonando del tutto le località più marginali della montagna. Dunque, nessuna contrapposizione con gli alberghi tradizionali, semmai complementarietà».
Il venir meno dei finanziamenti, denunciano i partecipanti al vertice, potrà portare alcune realtà a dover tagliare tutti gli investimenti promozionali e i posti di lavoro, con il paradosso di alberghi diffusi con posti disponibili, ma senza la possibilità di affidarli ai turisti, a stagione già avviata.