27 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Tutela lingue minoritarie

Nessun rischio per l'impiego della lingua friulana in Rai

Mario Pittoni, responsabile federale Istruzione della Lega Nord, ridimensiona l’allarme lanciato qualche giorno fa da Diego Navarria. L'esponente del Carroccio, però, evidenzia la necessità di rivedere la legge 103/75 che non fa riferimento alla marileghe

UDINE – Il friulano, in Rai, non corre alcun rischio. A sostenerlo è Mario Pittoni, nella XVI legislatura componente della Commissione di Vigilanza Rai e attuale responsabile federale Istruzione della Lega Nord, che ridimensiona l’allarme lanciato qualche giorno fa da Diego Navarria, presidente dell’Assemblea della Comunità Linguistica Friulana.

«Se al rinnovo degli accordi la rappresentanza friulana fa la sua parte, la lingua friulana in Rai non rischia nulla. A occuparsene è infatti il Contratto di servizio che, dopo l'importante battaglia da noi condotta la scorsa legislatura per far passare il principio, ha stabilito che la Rai ‘sulla base di apposite convenzioni’ effettui ‘trasmissioni radiofoniche in lingua friulana per la Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia’ con possibilità di allargamento alle trasmissioni televisive, nonostante già allora la normativa facesse riferimento alla legge 103 del 1975 che ignora friulano e sardo».

«Vero è – aggiunge Pittoni -  che sarebbe ora di mettere finalmente mano alla legge 103, che, essendo antecedente alla legge 482, non riporta alcun riferimento a lingue pur parlatissime come friulano e sardo. All’articolo 19 dice solo che la Rai è tenuta ‘attraverso apposite convenzioni ad effettuare trasmissioni radiofoniche e televisive in lingua tedesca e ladina per la provincia di Bolzano, in lingua francese per la regione autonoma Valle d'Aosta ed in lingua slovena per la regione autonoma Friuli-Venezia Giulia’. E le medesime previsioni sono contenute all’articolo 45, comma 2, punto f), del Testo Unico. Come Carroccio – conclude Pittoni – siamo pronti a dar battaglia anche su questo fronte».