18 aprile 2024
Aggiornato 06:00
L'esperienza

«Oggi la casa non è più un patrimonio, ma una passività»

Parla il decano dei costruttori Fvg, Silvino Ursella, classe 1921. La ‘sua’ Torre Zanier di Lignano emblema della mostra ospitata fino al 24 settembre nel Centro civico Pertini

LIGNANO SABBIADORO – E’ stata scelta come emblema della locandina che pubblicizza la mostra ‘Il sapere edile al servizio dell’immaginazione’, ospitata a Lignano, nel Centro civico Pertini fino al 24 settembre. E’ la Torre Zanier, l’edificio più alto del Friuli nel periodo in cui è stata costruita, alla fine degli anni ‘50. Un fiore all’occhiello nella storia dell’edilizia friulana, diventata realtà grazie alla ditta Ursella di Buja, all’avanguardia, già in quegli anni, nell’ambito della prefabbricazione. A ricordare quel periodo è Silvino Ursella, classe 1921, vera e propria leggenda nel campo dell’edilizia in Friuli Venezia Giulia ma non solo, che ancora oggi dimostra una passione e una competenza fuori dal comune.

Cosa ricorda della costruzione della Torre Zanier di Lignano?
«L’opera, commissionata dall’industriale udinese Danilo Zanier, è stata appaltata nel novembre ’58 con l’impegno di consegnarla entro il 30 giugno dell’anno successivo. Si trattava della costruzione più alta di tutto il Friuli, 13 piani per oltre 40 metri di altezza. Il progetto era dell’architetto Aldo Bernardis, e insieme a lui abbiamo deciso di ricorrere alla prefabbricazione per rispettare i tempi di consegna. La Torre può essere considerata il capostipite dell’introduzione di elementi prefabbricati nelle costruzioni civili».

All’epoca gli elementi prefabbricati non erano così comuni.
«Il settore era solo all’inizio, però eravamo già in grado di operare in tale direzione. Abbiamo optato per una struttura in cemento armato, introducendo una soluzione innovativa per il fissaggio degli elementi prefabbricati esterni. I pannelli sono stati fissati in modo da coprire la testata del solaio, proteggendo l’intera costruzione e mantenendo gli interni più sani».

Siete riusciti a rispettare i tempi di consegna?
«Certamente. La Torre Zanier è stata un vanto per la ditta Ursella, realizzata senza impalcatura esterna. E’ stata la prima costruzione con una chiusura perimetrale prefabbricata: modalità che poi abbiamo utilizzato per altri edifici a Lignano. Una città, che a quei tempi, è stata una palestra per molti giovani architetti: Aldo Bernardis, Gianni Avon, Gino Valle, Michele Tedesco e molti altri».

Com’è cambiato il comparto della prefabbricazione in questi decenni?
«Fino al 1976 siamo andati avanti con un elemento bidimensionale. Dopo il terremoto il comparto ha fatto un grande salto con l’introduzione del sistema tridimensionale, cioè di un elemento di tre misure. Negli ultimi anni nostro settore, rispetto ad altri, è rimasto bloccato in quanto un’abitazione, per le dimensioni che ha, deve essere costruita sul posto, e quindi è di pertinenza delle ditte artigiane. L’industria non ha potuto intervenire, lavorando pressoché in stabilimento. Alcune cose stanno cambiando con le ultime innovazioni nell’ambito della prefabbricazione, che consentono, ad esempio a un’azienda come Eme Ursella, di costruire interamente una casa in azienda, abbattendo i costi e garantendo la massima efficienza».

Cosa si aspetto per il futuro dell’edilizia?
«Non guardo mai al passato, mi piace guardare al futuro, pensando a cosa potrà servire in avvenire. La mia età non mi consente di essere più ‘operativo’ in azienda, ma cerco di dare il mio contributo in termini di idee. Sta per uscire il mio ottavo libro, nel quale faccio accenno alle prospettive dell’abitare. Una volta si costruiva non solo per vivere, ma per mettere al sicuro i propri risparmi. Oggi non è più così e spesso chi entra in possesso di un’abitazione, magari ereditata, si trova a fare i conti con una serie di problemi: la casa oggi non è più un patrimonio ma una passività».