19 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Botta e risposta

Panontin diffida, ma i sindaci ‘ribelli’ non mollano

Continua la ‘guerra’ a distanza tra l’assessore regionale e i Comuni che non accettano la riforma degli enti locali. Rischio commissariamento per 6 Uti su 18

UDINE – Prosegue la ‘guerra’ a distanza tra l’assessore regionale Paolo Panontin e i Comuni ‘dissidenti’, quelli cioè che non accettano la riforma degli enti locali. Il primo ha inviato una diffida ai sindaci ribelli, a quelli che fin’ora non hanno approvato lo statuto delle nuove Uti (ci sono stati 11 via libera e 6 bocciature, Fella, Alto Friuli, Friuli Centrale, Medio Friuli, Natisone e Livenza). Panontin è perentorio su questo punto, chiedendo ai Comuni che ancora non l’hanno fatto di approvare le proposte di statuto e di atto costitutivo delle nascenti Unioni entro il prossimo 7 settembre. In caso contrario la Regione nominerà un commissario ad acta che provvederà all’adozione in via sostitutiva degli atti non ancora assunti.

«Siamo convinti - ha detto l'assessore - della bontà della riforma che infatti ha ricevuto parere favorevole anche da parte di primi cittadini di importanti Comuni della nostra regione, come Gorizia, Cividale e Latisana, che sono amministrati da coalizioni di centro-destra. In questi giorni ci è apparso chiaro che purtroppo vi è stata, più che una valutazione di merito sulla riforma, una politicizzazione della stessa da parte del centro-destra».

Non sono della stesso parere i sindaci che hanno fatto ricorso al Tar contro la riforma (57 in tutto i ricorrenti), secondo i quali è in atto un attacco all’autonomia dei Comuni e alla loro libertà di scelta.