20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Lo scontro

Lo stadio Friuli diventerà «Dacia Arena Friuli»

L’ufficialità arriverà lunedì 5 ottobre in Consiglio comunale. Ma la minoranza insorge e Pittoni avverte: «Pubblicizzeremo a caratteri cubitali i nomi dei consiglieri che, per disciplina di partito, voteranno a favore della cancellazione della denominazione ‘Stadio Friuli’»

UDINE – Lo stadio Friuli diventerà ‘Dacia Arena Friuli’. L’ufficialità arriverà lunedì 5 ottobre nel corso di un Consiglio comunale che si preannuncia molto caldo, ma la maggioranza pare aver trovato un accordo assecondando le richieste dell’Udinese Calcio. In cambio il Comune riceverà un assegno mensile di almeno 150 mila euro, risorse che saranno utilizzate per lo sviluppo di attività o strutture sportive legate al mondo dei giovani.

Una scelta, quella della maggioranza, che ha scatenato la reazione dei consiglieri di centrodestra. Tra questi si segnala l’intervento del capogruppo della Lega Nord, Mario Pittoni. «Pubblicizzeremo a caratteri cubitali i nomi dei consiglieri che, per disciplina di partito, voteranno a favore della cancellazione di ‘Stadio Friuli’, in evidente contrasto con il sentire comune dei cittadini di Udine e in generale del Friuli. Il nome ‘Stadio Friuli’ – evidenzia – è fondamentale per la promozione del nostro territorio: non si può lasciare una simile scelta alla maggioranza consiliare cittadina, che, come quella regionale, è tale solo grazie alla legge elettorale. Almeno il nome dello stadio lo si lasci decidere ai cittadini! Eventuali sponsor possono trovare spazio dopo l'intestazione ufficiale ‘Stadio Friuli’, che – ricorda il capogruppo – è stata a suo tempo sancita da un voto trasversale».

Pittoni si appella al sindaco Furio Honsell affinchè «fermi tutto e coinvolga i cittadini nella valutazione di possibili variazioni. Non si prenda la responsabilità di decisioni che toccano al cuore la nostra comunità. Quel poco più di un terzo di udinesi che ha votato Honsell e il Pd – conclude Pittoni -, non imponga la sua volontà sulla maggioranza dei cittadini».