24 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Il racconto

Udine-Mestre: un viaggio di ordinaria...confusione

Mercoledì mattina viaggio da incubo per diversi friulani, sballottati tra Treviso e Venezia senza informazioni e con molti disagi

UDINE - Disservizio e disorganizzazione. Due aggettivi che affiancati non stanno a indicare nulla di buono. Ne sanno qualcosa tutti coloro - non pochi - che mercoledì mattina sono partiti dal binario 5 della stazione ferroviaria di Udine (accompagnati, si fa per dire, da tutti coloro che sono saliti nelle stazioni seguenti) e che avevano come prima destinazione la stazione di Venezia-Mestre. Le mete finali, poi, le più disparate: Verona, Milano, Roma. Poco importa perché, giunti a Treviso il treno si è fermato senza più ripartire. Causa problemi tecnici. L'alternativa offerta? Salire su un altro mezzo con la medesima destinazione ma con una portata decisamente inferiore, in quanto a numero di passeggeri.
Un mezzo che per giunta era già piuttosto carico. Com’è facile immaginare, non tutti sono potuti salire. Chi è rimasto ‘a piedi’ è ripartito con 30 minuti di ritardo. Diventati 32 a fine corsa.

Risultato? Tutte le coincidenze per chi aveva necessità di proseguire il viaggio sono saltate! E, come se non bastasse, per più di un’ora, nessuna traccia di trani alternativi. Un ‘buco’ passato tra l'ufficio informazioni e l'attesa alla biglietteria per cambiare il foglio di viaggio con un altro (in una stazione come Mestre si trovano  aperti 3 sportelli su 5 con un flusso di persone che comporta un'attesa di oltre 40 persone prima di veder sopraggiungere il proprio turno).

«In coda – racconta uni di questi sventurati viaggiatori friulani – la gente è nervosa e infastidita, qualcuno dice di vergognarsi di essere italiano, altri si lamentano per pochi sportelli aperti, altri ancora raccontano di aver fatto file in diversi sportelli per poi essere mandati alla biglietteria. Insomma, una giornata di ordinaria...confusione»