19 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Opera già realizzata all'80%

Elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia: dal Mise l'ok a sanare i vizi di forma

Potrebbe essere superata la decisione del Consiglio di Stato. Terna invierà nei prossimi giorni a tutti gli enti interessati copia della documentazione trasmessa al Ministero della Sviluppo Economico a inizio ottobre

UDINE – Si avvia a risoluzione l’impasse dell’elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia, opera bloccata a luglio scorso dal Consiglio di Stato quando ormai era già stata realizzata all’80%.
Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, comunica di aver ricevuto l’approvazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico dell’avvio del procedimento di rideterminazione. Il Mise chiede perciò a Terna di inviare, agli enti interessati, copia della documentazione necessaria a sanare il vizio di forma contestato per non adeguata motivazione (azione già effettuata a inizio ottobre). Al contempo, a Terna si chiede di provvedere, secondo quanto previsto dalla legge, alla pubblicazione legale di avvio del procedimento di rideterminazione.

Terna ricorda che la censura del Consiglio di Stato riguardava il parere (n.6440 del 24/2/2011) del Ministero dei Beni e le Attività Culturali, cioè soltanto uno dei 50 pareri favorevoli complessivamente espressi nel lungo percorso autorizzativo dell’opera, svoltosi dal 2008 al 2013 a valle di una concertazione con oltre 70 incontri con gli enti locali.
L’elettrodotto ‘Udine Ovest-Redipuglia, ricorda Terna, è indispensabile per risolvere i rischi di disalimentazione della rete elettrica friulana, formata da sole 2 linee a 380 kV risalenti agli anni ’70-’80, a fronte di consumi dei friulani più che raddoppiati negli ultimi trent’anni. L’investimento Terna, di 110 milioni di euro, mira a far risparmiare oltre 60 milioni di euro all’anno, grazie all’aumentata sicurezza del sistema elettrico, allo sbottigliamento di 600MW di capacità già oggi disponibile nelle centrali di Torviscosa e Monfalcone, all’aumentata capacità di approvvigionamento dall’estero. Grazie ai 40 km della nuova linea, sarà possibile demolire 110 km di vecchie linee (400 tralicci) in 30 Comuni della Bassa friulana, liberando 367 ettari di territorio liberato dalla servitù di elettrodotto con benefici per 680 edifici, oggi collocati a 100 metri dalle linee che saranno demolite.