19 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Tradizione secolare

Legambiente e medici chiedono lo stop dei Pignarûl

La proposta anti-inquinamento: realizzare solo fuochi simbolici di pochi minuti con legna non trattata. Inviata una lettera alla presidente Serracchiani.

UDINE – Il fuoco epifanico, in Friuli noto come Pignarûl, è una delle tradizioni più antiche e radicate del territorio. L’inquinamento, però, potrebbe mettere a rischio questa secolare usanza. A chiedere un ridimensionamento dei fuochi, se non addirittura la loro cancellazione, è un gruppo di associazioni ambientaliste e mediche (Legambiente, Associazione Allergie e Pneumopatie Infantili e Associazione Italiana Medici per l'Ambiente), che hanno preso carta e penna per scrivere una lettera alla presidente della Regione Debora Serracchiani.

La proposta
Realizzare solo fuochi simbolici di pochi minuti con legna non trattata, spiegando alle persone le motivazioni che hanno condotto a tale scelta, oppure, come deciso dalla Pro Loco di Sacile, non fare proprio il Pignarûl.
Perché questa scelta? Lo spiegano i presidenti dei tre sodalizi che si sono rivolti a Serracchiani, Sandro Cargnelutti, Mariano Cherubini e Mario Canciani. «Perché bruciare biomasse all’aperto produce particolato atmosferico (Pm 2,5 e Pm10) che sappiamo essere cancerogeno. L’esposizione a tali polveri aumenta qualora si utilizzino i residui di potatura delle viti normalmente trattate, di sempreverdi, nel caso di ristagno d’aria o di non completo spegnimento dei fuochi.

L’aumento delle polveri sottili in concomitanza del Pignarûl – assicurano - è stato registrato sia dall’Arpa Fvg con campagne effettuate nel 2014 a Sacile e nel 2011 a Udine, sia dall’Associazione Allergie e Pneumopatie Infantili che già due anni fa aveva rilevato picchi importanti di Pm 2,5».

Declinare la tradizione al futuro
Il mancato falò potrà diventare l’occasione per accendere l’interesse anche su temi e problemi di portata generale quali la qualità dell’aria, le patologie correlate e il cambiamento climatico. «E’ un modo intelligente - sostengono le tre associazioni - di declinare la tradizione al futuro. Insomma una tradizione che promuove cultura».