25 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Ospite della Cciaa

Tremonti parla di globalizzazione e dei suoi effetti in Europa

L'ex ministro, ospite del Future Forum, ha analizzato i processi di trasformazione della società e dell'economia europea negli ultimi 2 secoli

UDINE - La globalizzazione. Tutti ne parlano, molti la subiscono, in pochi sanno realmente di cosa si tratta. Un aiuto per la sua comprensione è arrivato da Giulio Tremonti, che dal Future Forum ha fornito un’analisi lucida, dettagliata e a tratti tagliente della genesi della globalizzazione. Insieme a lui, al tavolo dei relatori, il vicedirettore de Il Foglio Marco Valerio Lo Prete e il rettore dell’Università di Udine Alberto Felice De Toni.

Globalizzazione troppo rapida
Un percorso, quello tracciato dall’ex ministro all’Economia, partito con due date che hanno cambiato la storia dell’Europa: il 1789, l’anno della rivoluzione francese, come avvio dei dissesti parlamentari, è il 1989, anno della caduta del muro di Berlino, inizio delle ‘rivoluzioni’ extraparlamentari e delle decostruzioni di strutture statali.
«A vent’anni di distanza – ha detto Tremonti – la realtà prodotta dalla globalizzazione è più dura e diversa da quella immaginata. Il processo non era bloccabile, ma poteva essere realizzato con tempi diversi e senza inutili accelerazioni. Servivano metodi più saggi, magari un po’ di dazi in più e saremmo stati meglio tutti. I fanatici hanno aperto il vaso di Pandora liberando forze che adesso non riescono più a controllare».

Masse, tecnica e finanza
Tremonti ha fatto riferimento anche alle ‘rotture’ provocate dall’introduzione troppo frettolosa della globalizzazione, verificatesi in particolare per le masse, la tecnica e la finanza. L’ex ministro considera l’imponente migrazione in atto dai Paesi africani e mediorientali causa di «una visione miope incapace di cogliere un fenomeno ampiamente prevedibile ma non previsto». Per quanto riguarda la rivoluzione digitale, Tremonti la considera «una criticità per la tenuta sociale», capace di progressi straordinari ma, nel contempo, origine di una distruzione dell’occupazione. «Con il computer sei libero, ‘signore di te stesso’ – ha evidenziato Tremonti –. In questo modo si intaccano le gerarchie generando anarchia, e questo fenomeno assumere contorni più gravi se si somma a uno stato di crisi». Per quanto concerne la finanza oggi, l’ex ministro l’ha bollata come «pura speculazione».

L'implosione dell'Europa
Tremonti ha parlato anche di Europa: «Stiamo assistendo a un’implosione di questo sistema, provocata dalla contemporaneità di più fattori: il fatto che l’Europa, dopo il 1989, da sistema economico ha assunto anche un valore politico senza essere strutturata, la globalizzazione, l’euro e la crisi. Fatti che, tutti insieme, danno l’idea di come sia combinata l’Europa oggi». Quindi che fare? «Bisogna cominciare a capire la realtà nel suo profondo, andando oltre i tweet ed evitando ogni eccesso di superficialità». Questo il pensiero di Giulio Tremonti.