20 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Enti locali

Panontin non si scalfisce di fronte a nulla: avanti tutta con la riforma

Nemmeno le decisioni del Tar del Fvg fanno traballare la convinzione della legge che porta il suo nome. L'attuazione della norma prosegue secondo i programmi

UDINE – Nulla pare scalfire le convinzioni dell’assessore regionale Paolo Panontin. Non i 56 sindaci che hanno presentato ricorso contro la sua riforma, non gli 80 Comuni che non hanno approvato gli statuti delle Uti, non le ultime decisioni del Tar del Fvg. Panontin continua a difendere la sua legge, con dichiarazioni che ostentano sicurezza e sottolineano come il percorso della riforma procederà secondo i programmi.

Dopo i casi di Tricesimo e Torviscosa non cambia nulla
Il Tribunale amministrativo ha accolto le istanze dei comuni di Tricesimo e Torviscosa in merito alla perimetrazione delle Unioni Territoriali Intercomunali. Nello specifico, Torviscosa chiedeva di essere trasferito dall'unione del Latisanese all'unione del Cervignanese, mentre Tricesimo voleva passare dall'unione del Torre all'Unione del Friuli centrale.
«Avevamo dichiarato da subito che andava a nostro giudizio confermato il perimetro originario. Ma abbiamo anche precisato che, di fronte a una diversa posizione assunta dal Tar, l'avremmo accolta e ottemperata, in quanto non viene scalfito l'impianto complessivo del piano di riordino della legge». Queste le parole pronunciate da Panontin dopo la sentenza, confermando che il piano di riordino sarà adeguato alle decisioni del Tar.

Nemmeno il rinvio al 26 maggio rallenta l’iter
«Agli effetti pratici della Riforma, la scelta del Tribunale Amministrativo Regionale non produce alcuna conseguenza: la legge infatti rimane in vigore e può quindi, allo stato attuale, seguire il suo iter  naturale». Panontin commenta così il rinvio al 26 maggio della discussione e dalla decisione su tutti i ricorsi (quelli sulle perimetrazioni delle Uti e quelli sui commissariamenti) proposti dai sindaci ‘ribelli’.
«Di fatto il Tar - puntualizza Panontin - per avere un quadro definitivo del contenzioso e sulla base di una valutazione di opportunità, ha inteso mettere insieme i due tipi di ricorsi, chiamando alla pubblica udienza, e non alla Camera di consiglio, anche quelli relativi alla nomina dei commissari. Non si vede quindi - dice ancora l'assessore - in che modo da tale rinvio possa derivare alcuna conseguenza politica, come variamente auspicato dalle opposizioni».
Da parte della presidente della Regione Debora Serracchiani ribadisce il suo «sconcerto per l'atteggiamento contradditorio di quei soggetti che hanno deciso di rivolgersi a un tribunale, non per assicurarsi rapida e certa giustizia, ma con l'auspicio ormai conclamato che la sentenza giunga il più tardi possibile. Trasformare l'iter  della giustizia in un tiro alla fune politico - conclude la presidente - non è quanto ci si aspetta da rappresentanti delle istituzioni».