29 marzo 2024
Aggiornato 16:00
Ruolo da protagonista per un friulano

Scoperta una maxi evasione da 18 milioni di euro tra Udine, Villaco e Milano

L'operazione della Guardia di Finanza del capoluogo friulano è stata denominata 'Money for cotton’. Sette le persone indagate

UDINE – La Guardia di Finanza di Udine ha scoperto un’evasione fiscale di 18 milioni di euro, messa in piedi grazie a operazioni finanziarie articolate tra Udine, Villaco e Milano. L’operazione, denominata ‘Money for cotton’ è stata portata avanti dai militari del capoluogo friulano (su delega della locale Procura della Repubblica) che hanno compiuto una serie di accertamenti mirati tra le province di Udine, Padova, Milano, Treviso, Venezia e Vicenza, anche attraverso erquisizioni, accertamenti bancari, riscontri contabili, accertamenti sul traffico telefonico, interrogatori.

Fatture 'staccate' per operazioni inesistenti
E’ stato accertato che una importante società di Milano (operante nel settore della lavorazione di materiali tessili) ha utilizzato fatture afferenti a operazioni inesistenti (per acquisti di ‘cotone candeggiato’), per un importo complessivo di 13.554.000 di euro, in realtà mia avvenute. L’emissione di tali fatture fittizie veniva ‘gestita’ da un soggetto residente nella provincia di Udine che aveva pianificato un sofisticato meccanismo al fine di creare operazioni commerciali inesistenti per consentire alla citata società lombarda di portare in contabilità costi fittizi con correlati risparmi fiscali e di creare nuova liquidità. In particolare, l’imprenditore friulano aveva fatto ricorso, per emettere i documenti fittizi, alla denominazione sociale e alla partita Iva di una terza società con sede in provincia di Treviso (risultata poi inconsapevole), a nome della quale aveva compilato ben 189 fatture false.

Perno del sistema l'utilizzo di una banca austriaca
Perno del sistema fiscalmente fraudolento era il ricorso a una banca ubicata in Austria, (Villaco, poco oltre il confine di Coccau) adoperata, per far transitare i pagamenti delle fatture inesistenti; presso la filiale dell’istituto di credito austriaco, l’imprenditore friulano aveva simulato, all’apertura del conto, inesistenti poteri di rappresentanza della società trevigiana titolare dello stesso fornendo ai funzionari risultanze anagrafiche diverse e documenti falsificati.
Il meccanismo fraudolento si perfezionava, poi, facendo bonificare i pagamenti delle fatture fasulle sul citato conto estero dove, giunto l’accredito, l’imprenditore friulano al netto del suo compenso (circa l’8%), prelevava le somme in contanti con banconote di taglio elevato che poi trasportava in Italia occultandole nella sua autovettura (200.000/250.000 euro alla volta), per riconsegnarle a Milano agli esponenti della società che originariamente avevano disposto i bonifici delle somme verso l’Austria.

Sono 7 gli indagati
Alla conclusione dell’operazione di servizio sono complessivamente indagate, dall’autorità giudiziaria, 7 persone per reati tributari connessi all’emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, nonché contestate fattispecie fiscalmente evasive in materia di Iva e di imposte dirette per complessivi 18.000.000 di euro, unitamente ad altre sanzioni applicabili per violazioni alla normativa antiriciclaggio (che vieta i trasferimenti di denaro contante per importi superiori a 3.000 euro) e valutaria (la cui soglia legale tra persone fisiche per trasferire denaro contante da e per l’estero è di 10.000 euro).
La società utilizzatrice delle fatture false ha già versato nelle casse dell’erario oltre un milione di euro avviando così meccanismi tesi al ravvedimento delle condotte fiscali in essere, mentre nei confronti dell’imprenditore friulano, emittente le fatture per operazioni inesistenti, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Udine ha disposto il sequestro per equivalente di una villa di pregio e disponibilità finanziarie per circa 700.000 euro.