24 aprile 2024
Aggiornato 15:00
6 maggio 1976

La storia di 7 ragazzi fiorentini: volontari a Resiutta nel maggio '76

Il sindaco Nesich riporta alla luce l'esperienza vissuta 40 anni fa da un gruppo di studenti, partiti alla volta del Canal del Ferro il 9 maggio in Fiat 500

RESIUTTA – E’ una delle tante storie di solidarietà e volontariato in cui ci si può imbattere ascoltando i racconti sul terremoto del 6 maggio 1976. A portarla alla luce è stato il sindaco di Resiutta, Francesco Nesich, che ha aperto l’album dei ricordi con il Diario di Udine
Si tratta dell’esperienza di 7 ragazzi fiorentini, che, colpiti dalle conseguenze disastrose del sisma di 40 anni fa, decisero di partire alla volta del Friuli. Studenti che con l’incoscienza tipica dell’adolescenza, affrontarono un lungo viaggio in 500 (una parte di loro in treno), esponendosi ai pericoli di una terra sconosciuta e lontana. Il Motivo? Dieci anni prima, la loro Firenze, aveva vissuto sulla propria pelle una tragedia, l’alluvione del 1966, conoscendo la generosità dei tanti volontari giunti in città.  

Calogero Aiosa, Antonello Sanna, Tiziano Chiapponi, Alessandro Cambi, Enzo Naldini, Pieto Aina e Guido Aina non ci pensarono due volte e partirono già il 9 maggio alla volta del Friuli.
«Fu emozionante per noi trovarsi immersi in quelle immagini che fino al giorno prima vedevamo ai telegiornali – hanno raccontato i sette ragazzi – macerie, posti di blocco, ambulanze che passavano, file di automezzi anche militari, strade rese fangose dai detriti, e la pioggia, tanta pioggia». Al loro arrivo in Canal del Ferro, infatti, pioveva. Ospiti di una tendopoli di alpini, con il passare dei giorni i sette ragazzi riuscirono a farsi conoscere e apprezzare dalla gente del luogo, rendendosi utili per lo sgombero delle case e per altre attività. Conobbero la gente friulana, la loro determinazione, e assaggiarono il ‘mitico’ frico. Restarono a Resiutta fino al 16 maggio, lavorando e avvertendo svariate volte le scosse di assestamento. Ma non fuggirono e continuarono a dare una mano. «A Resiutta ci siamo arrivati per caso, ma poi a Resiutta ci siamo rimasti perché a tante persone ha fatto piacere che restassimo lì ad aiutarli».

«Abbiamo avuto la fortuna di incontrarli l’anno scorso, dopo ben 39 anni – ha raccontato il sindaco Nesich – ed è stata per tutti una grande emozione. Emozione che riproveremo sicuramente quest’anno, quando a maggio verranno nuovamente a trovarci».