29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
L'appello di Federcaccia

Il 15 maggio apre la stagione venatoria in Fvg

Già da domenica il cinghiale potrà essere cacciato in 14 distretti su 15 (escluso, ma solo per alcuni giorni, il Tarvisiano), mentre le autorizzazioni al prelievo di caprioli riguarderanno inizialmente sei distretti venatori

UDINE - Con la caccia al cinghiale e al capriolo, domenica prossima 15 maggio, si apre regolarmente la stagione venatoria 2016/17 in Friuli Venezia Giulia. Lo ha stabilito la giunta regionale, che nella seduta di venerdì ha dato il via libera ai 15 Piani venatori distrettuali, approvati nei giorni scorsi dal Comitato faunistico regionale.
Più nel dettaglio, già da domenica il cinghiale potrà essere cacciato in 14 distretti su 15 (escluso, ma solo per alcuni giorni, il Tarvisiano), mentre le autorizzazioni al prelievo di caprioli riguarderanno inizialmente sei distretti venatori.
Successivamente il Servizio Caccia della Regione comunicherà ai presidenti dei Distretti i termini precisi delle autorizzazioni al prelievo. L'approvazione dei Piani venatori è prevista dal nuovo Piano faunistico regionale, lo strumento di programmazione generale per realizzare gli obiettivi di tutela, conservazione, riproduzione e miglioramento della fauna selvatica e della biodiversità, nonché quelli di gestione del patrimonio faunistico e del prelievo venatorio nel rispetto sia del principio della pari dignità di ogni forma di esercizio venatorio che delle culture, della storia, degli usi, delle tradizioni e dei costumi del Friuli Venezia Giulia.

Intanto Federcaccia lancia un appello a non toccare i piccoli di lepre, cervo e capriolo. Se capita di incrociare piccoli che sembrano abbandonati, l’invito è a evitare il contatto. «Si tratta di animali lasciati soli dalle madri che si spostano a poca distanza per nutrirsi – spiega il coordinatore provinciale delle guardie venatorie ambientali zoofile di Federcaccia Udine Salvatore Salerno –. La conformazione, il colore del mantello e l’assenza di odore sono soluzioni difensive naturali che li rendono meno individuabili dai predatori. La popolazione va anche informata del fatto che durante i primi giorni di vita i piccoli non sviluppano l’istinto di fuga e che, in caso di disturbo, rimangono immobili accovacciati nell’erba alta».
La vigilanza ricorda infine che «la legge vieta la raccolta e il trasporto della fauna selvatica senza l’autorizzazione delle autorità competenti, che possono intervenire per il recupero o dare disposizione in merito al trasporto ai centri di recupero autorizzati».