29 marzo 2024
Aggiornato 06:30
A Latisana

La «faida» tra i fratelli Sette regala la vittoria al centrosinistra

L’uscente Benigno perde al fotofinish per soli 14 voti pagando la spaccatura del centro destra. Dimostrazione da «manuale del perfetto perdente»

LATISANA - Il centro destra di Latisana ha scritto e pubblicato domenica ‘Il manuale del perfetto perdente’, un grottesco mix tra follia e masochismo politico. L’uscente Benigno perde al fotofinish per soli 14 voti pagando la spaccatura del centro destra dove Lanfranco Sette, fratello di Micaela, agguanta un 11.71% utile soltanto a regalare su un piatto d’oro il Comune al centro sinistra. Insomma, Latisana ha scritto un’altra pagina di storie di ordinaria pazzia della politica italiana, capace di far esaltare i perdenti per la sconfitta dei potenziali ‘parenti’ politici. Avesse trovato l’accordo, il centro destra, ogni commento sarebbe superfluo. Si direbbe semplicemente che avrebbe vinto quel blocco sociale di centro destra che a Latisana è sicuramente maggioritario.

A Latisana è successo quello che a accaduto nella Capitale
A Latisana è accaduto in miniatura quello che è successo nella Capitale. Ma nella cittadina friulana le cose sono andate ancora peggio, per ameno tre motivi. Il primo concerne il fatto che la coalizione avrebbe potuto giovarsi del sindaco uscente, che in genere bissa sempre il risultato vincente. Il secondo è che la somma dei voti tra Salvatore Benigno e Lanfranco Sette avrebbe suggellato una vittoria schiacciante cosa che, invece, a Roma avrebbe consentito l’accesso al ballottaggio se la Meloni e Marchini avessero trovato l’accordo. Terzo e più importante motiva del cupo dissolvi del centrodestra, è l’avere voluto consegnare al nuovo Pds (Partito della Serracchiani) la guida del Comune da mesi in trincea a difesa del presidio ospedaliero contro la furia riformatrice della Sanità regionale

L’antipolica non è quella dei grillini
Mi dicono che la pattuglia di Sette, quella di Lanfranco, ha pure esultato. Possibile, del resto il centro destra di Latisana ha saputo dimostrare che l’anti-politica non è quella dei Cinque stelle, ma proprio quella di chi non ha mai letto un saggio di scienza della politica o qualche passaggio del pensiero di Macchiavelli. Dicono anche che alla base di questa diaspora ci sia lo scontro eterno tra i due Sette, la ex sindaco Micaela e il politicamente inappagato Lanfranco. E dicono anche che abbia inciso pure lo scontro tra il sindaco uscente e alcuni esponenti della lista di Lanfranco Sette. E riferiscono infine che alla base dello scontro ci sia una guerra per una poltrona in regione, quella che alle ultime regionali ha perso proprio la Micaela.

Il centrodestra o è unito o perde
Comunque sia e al di là di congetture familistiche o pseudo-politiche resta il dato incontrovertibile che evidentemente Milano non insegna nulla. E cioè che il centro destra o si presenta coeso oppure è inesorabilmente perdente. Benigno lascia lo scranno a Galizio che non avrebbe – assieme alla Grim che vuole distogliere l’attenzione dalle Waterloo di Trieste e Pordenone – alcun motivo di esultare. Avrebbe avuto davanti un’autostrada, Benigno, auspice la riforma sanitaria che penalizza Latisana. Ma qualcuno, troppi (ma non tanti visto le percentuali del consenso sul numero dei possibili votanti  sui votanti) hanno preferito tradurre nella pratica il motto che vuole il marito felice di evirarsi per far dispiacere alla moglie.