Il Senato blocca le forniture gratuite per gli F-16 all'Egitto
«E’ stato mandato un segnale all'Egitto, con cui vogliamo continuare a tenere aperto il dialogo, ma da cui pretendiamo una collaborazione vera e sincera», è il commento di Serracchiani
UDINE – Un segnale, che per alcuni potrà sembrare poca cosa, ma che almeno fa capire l’intenzione dell’Italia (a livello governativo) di fare chiarezza su una vicenda dai contorni foschi. Il Parlamento, infatti, ha di fatto bloccato le forniture gratuite di pezzi di ricambio per gli F-16 all’Egitto. Una mossa arrivata a quasi cinque mesi dall’uccisione di Giulio Regeni, il ricercatore friulano torturato a fine gennaio a Il Cairo.
Un modo per fare pressione al governo egiziano, che in questi mesi non ha certamente brillato per spirito collaborativo e voglia di fare chiarezza sul caso Regeni.
Sulla vicenda è intervenuta anche la presidente del Fvg, Debora Serracchiani. «E’ stato mandato un segnale all'Egitto, con cui vogliamo continuare a tenere aperto il dialogo, ma da cui pretendiamo una collaborazione vera e sincera. Le Istituzioni del nostro Paese stanno mantenendo l'impegno preso quando tutti abbiamo chiesto verità per Giulio Regeni».
Per Serracchiani «gli striscioni che sono stati spontaneamente appesi su tanti edifici della nostra regione, sono l'immagine di un impegno morale collettivo che ha trovato la sua eco nell'aula del Senato. Vogliamo che l'Egitto resti un Paese amico e un partner importante nel Mediterraneo, ma proprio per questo non dobbiamo dimenticare Giulio Regeni ed è giusto - ha concluso - che al Cairo si sappia».
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