20 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Fino al 30 settembre

Aquileia ospita i tesori dell'Antica Persia

Il Museo archeologico cittadino presenta reperti esclusivamente provenienti dai musei iraniani, in parte inediti per l'Europa, e vestigia dello splendore di quella civiltà ai tempi delle dinastie achemenida e sasanida

AQUILEIA – "Una mostra di rilevanza mondiale che dimostra come Aquileia, culla di incontro delle genti e delle culture più di duemila anni fa, torna a essere oggi più centrale che mai e
che suggella più intensamente i rapporti che ci legano all'Iran». Così la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha descritto la portata della mostra "Leoni e Tori dall'Antica Persia ad Aquileia" visitabile al Museo archeologico aquileiese fino al 30 settembre e che presenta reperti esclusivamente provenienti dai musei iraniani, in parte inediti per l'Europa, e vestigia dello splendore della civiltà persiana ai tempi delle dinastie achemenida e sasanida. L'esposizione, realizzata in soli cinque mesi, "ha l'ambizione - ha osservato Serracchiani - di diventare il secondo tassello del progetto 'archeologia ferita' nata con la mostra zero sui reperti del museo tunisino del Bardo, che nel periodo invernale aveva portato ad Aquileia, in soli due mesi e 20 giorni, oltre 16mila persone".

Inediti in Europa
La mostra aquileiese sull'Antica Persia, che attinge a 25 reperti provenienti dal Museo archeologico di Teheran e da quello di Persopoli, fa seguito alla visita istituzionale della Regione Friuli Venezia Giulia in Iran nello scorso mese di gennaio. I visitatori potranno scoprire oggetti di enorme valore, alcuni tratti da decorazioni architettoniche, che riportano in vari materiali le forme di leoni e di tori, rispettivamente simboli del sole, del giorno e della luce e della natura, della notte e del buio. "Dalle dinastie degli achemenidi e dei sasanidi, nella scelta degli oggetti - ha spiegato il direttore del Museo nazionale iraniano - si è cercato di optare per quelli che raccontano la storia e i rapporti estensivi tra la Persia e l'Antica Roma, quando i due imperi erano quasi vicini». Due mondi che alla fine cedettero alle invasioni - Persopoli ad Alessandro Magno, Aquileia ad Attila - ma il cui patrimonio di cultura e di civiltà non fu cancellato e che oggi si incontra di nuovo, nel progetto di valorizzare l'archeologia, "'ferita' - ha detto Serracchiani - di volta in volta dagli eventi, dalla storia, dal terrorismo o dall'ignoranza come incapacità di conoscere quale patrimonio culturale si ha".