20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Dopo la rivolta alla Cavarzerani

La Regione si appella a Roma: «Il numero di migranti deve diminuire»

L'assessore Torrenti: «Stiamo avvertendo un peso eccessivo in termini numerici». Intanto la Cri Udine spiega le ragioni della rivolta

UDINE – La Regione interviene dopo la rivolta scoppiata nel centro di accoglienza dell’ex Caserma Cavarzerani. L’assessore Gianni Torrenti si appella al governo per far diminuire il numero di richiedenti asilo presenti in città. Intanto la Cri di Udine spiega il motivo della protesta inscenata dai migranti nella Cavarzerani.

Le parole di Torrenti
«Sono state purtroppo confermate le preoccupazioni che avevamo rispetto a un eccessivo affollamento della struttura, e quindi abbiamo chiesto a Roma di continuare l'alleggerimento delle presenze. Anche dopo lo spostamento dei 200 degli ultimi giorni – ha aggiunto Torrenti - stiamo avvertendo un peso eccessivo in termini numerici, ed è notorio che si controllano meglio gruppi ridotti. Giova ripetere che qui non è questione di buonismo o accoglienza a tutti i costi, ma solo di capacità di organizzazione. Confidiamo perciò sulla solidarietà delle altre regioni per l'accoglienza delle persone che vengono spostate dal Friuli Venezia Giulia, dove - ha concluso l'assessore – giungono direttamente come accade per gli sbarchi nel Mediterraneo».

La posizione della Cri di Udine
«Tutto pare nascere da una banale discussione accesasi sabato scorso tra alcuni richiedenti asilo pakistani e afghani. La lite - si legge in una nota diffusa dal comitato di Udine della Cri - sembra essere scoppiata per futili motivi. Successivamente, un gruppo di afghani ha continuato ad alimentare la discussione nei confronti di alcuni ragazzi pakistani, in quel momento in numero minore. Lunedì mattina quasi tutti i richiedenti asilo di origine pakistana si sono radunati e hanno fortemente protestato perché, a loro dire, gli afghani avrebbero un trattamento diverso e di miglior favore. Hanno chiesto l’allontanamento degli ospiti afghani coinvolti nella lite di sabato, successivamente hanno minacciato di scendere in strada (oltre 600) se non avessimo provveduto a trasferire tutti gli afghani (oltre 100). In accordo con il prefetto - conclude la nota - si è provveduto, quindi, a trasferire gli ospiti afghani nell’ex caserma Friuli e tutti i pakistani hanno fatto il percorso inverso, dalla Friuli alla Cavarzerani».