19 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Giovani incoscienti

Selfie sui binari del treno: la folle «moda» arriva anche in Friuli

A lanciare un appello è un macchinista che ogni giorno percorre la tratta tra Udine e Tarvisio. «In quel punto i treni vanno dai 100 ai 160 km/h e il rischio di essere risucchiati dai vortici d'aria creati è molto grande».

UDINE – Un gioco stupido, una gogliardata, che rischia di trasformarsi in tragedia a ogni scatto. Per questo un macchinista friulano ha deciso di lanciare un appello, contro l’incoscienza di quei giovani che ‘sfidano’ i treni in transito facendosi fotografare vicino ai binari poco prima dell’arrivo dei convogli. Sta diventando una vera e propria moda: selfie rubati all’ultimo istante sui binari o a poca distanza e condivisi sui social. A Verona, Chioggia, Firenze, Napoli e ora anche in Friuli.

A intervenire è Alessandro Radivo, macchinista che quotidianamente transita nel tratto ferroviario tra Udine e Tarvisio, che nei giorni scorsi ha pubblicato un post nel gruppo Facebook ‘Sei di Tarcento se…’.
«Ogni sera vedo alcuni ragazzi sostare sulle banchine dei binari – scrive Radivo – e spesso quando passa il treno si appostano vicino ai binari facendosi fotografare dagli amici. Vorrei chiedere ai genitori di questi ragazzi di istruirli sui reali pericoli che corrono, magari facendogli leggere questo post. In quel punto i treni vanno dai 100 ai 160 km/h e il rischio di essere risucchiati dai vortici d'aria creati è molto grande». Il pericolo è reale e ci sono già state vittime in Italia (a Napoli ad esempio) per ‘giochi’ di questo tipo.

«Raccomandategli – aggiunge il macchinista appellandosi ai genitori dei ragazzi – di stare a debita distanza dai binari, onde evitare tragedie di cui ormai sentiamo parlare ogni giorno. Stare a ridosso della famosa riga gialla a certe velocità può non essere sufficiente, inoltre credo che per una foto o un video fatti con sullo sfondo un treno che passa, non sia il caso di correre un rischio così grande. Una piccola bravata può costare la vita», conclude Radivo.