27 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Polemica politica

Referendum contro la riforma sanitaria e le Uti: i Comitati vanno avanti

Nonostante il parere contrario del Consiglio regionale, proseguirà la battaglia dei cittadini, rappresentati da Mario Anzil. Intanto il presidente della Provincia Fontanini parla di «anomalia»

UDINE - «La Regione Fvg è l’unica in cui l’ammissibilità di un referendum viene valutata da un organo politico legislativo. In altri contesti, il quesito viene sottoposto a commissioni fatte da magistrati in quiescenza, docenti universitari, avvocati, ex componenti della Corte Costituzionale, figure con alta e riconosciuta competenza nel campo del diritto pubblico. Si tratta di una vera e propria anomalia che svilisce l’istituto del referendum e non tutela la sovranità popolare. Un’anomalia che va colmata». E’ la denuncia formulata dal presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini in relazione alla recente votazione del Consiglio regionale che, con i voti della maggioranza, ha bocciato l’ammissibilità di tre quesiti referendari finalizzati rispettivamente ad abrogare la riforma regionale della sanità e a eliminare le Unioni territoriali intercomunali della legge 26/2014 per introdurre un’organizzazione degli enti locali imperniata su due province autonome, Friuli e Trieste sul modello di Trento e Bolzano.

«Si tratta di referendum importanti per la nostra regione suffragati da raccolte di firme della popolazione  - ha aggiunto Fontanini - e sui quali vanno sentiti i cittadini. La decisione del Consiglio regionale blocca l’iter ma può essere percorsa la strada del ricorso alle aule giudiziarie. Ridicole poi le motivazioni dell’inammissibilità come ‘quesiti confusi’, ‘non omogeneità’: caratteristiche proprie delle leggi di cui si chiede la modifica come la legge 26/2014 che ha superato le 10 revisioni. Invito i Comitati a non abbassare la guardia per superare un’anomalia che deve essere sanata».

La direzione della battaglia politica e del ricorso è quella che intende prendere il Comitato ‘Tutti per il Friuli’ come ha affermato il portavoce Mario Anzil, sindaco di Rivignano-Teor. «La politica ha messo il bavaglio ai cittadini che invitiamo a reagire contro questa decisione antidemocratica, una mobilitazione popolare lenta e inesorabile esponendo la bandiera del Friuli. Per ristabilire la democrazia ci sarà anche un’azione giudiziaria con un ricorso al tribunale ordinario competente sui diritti fondamentali che la decisione del Consiglio regionale ha leso». Riepilogando i contenuti dei referendum, Anzil si è soffermato in particolare sul quesito propositivo finalizzato a istituire le due province autonome Friuli e Trieste sul modello Trento e Bolzano. «Un modello sperimentato con successo e ispirato agli studi dell’onorevole Tiziano Tessitori che aveva pensato a quest’organizzazione per la nostra Regione. Non si è potuto applicare qui in Fvg ma qualche decennio dopo in Trentino Alto Adige con questi risultati: un modello che funziona molto meglio e costa molto meno. Nessun cittadino obietta; certa politica sì». 
Continueranno la loro battaglia anche i 9 Comitati a difesa degli ospedali e contro la riforma della sanità regionale.