24 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Presenza di questi animali cresciuta del 14%

Emergenza cinghiali: Ziberna chiede interventi urgenti alla Regione

Il vicepresidente del Gruppo Forza Italia in Consiglio Regionale ha presentato un’interrogazione alla presidente Serracchiani, chiedendo un'azione concordata con le associazioni venatorie

UDINE - «L’emergenza cinghiali in Fvg continua e la Regione non ha ancora messo in campo soluzioni concrete. Necessario agire di concerto con le associazioni venatorie che richiedono misure efficaci». E’ quanto chiede il vicepresidente del Gruppo Forza Italia in Consiglio Regionale Rodolfo Ziberna, che ha presentato un’interrogazione sul tema alla presidente Serracchiani e all’assessore regionale competente. Lo stesso Ziberna, in passato, si è fatto promotore di altre 4 interrogazioni sull’emergenza cinghiali, senza, però ricevere risposta.
«Il problema dei cinghiali in Fvg - rileva Ziberna – è del tutto fuori controllo: negli ultimi 15 anni si è registrato, infatti, un aumento medio della specie attorno al 14%. Numeri che portano a danni ingenti sia all’agricoltura (solo nell’isontino si parla di 200 mila euro con una stima al ribasso) che alle persone. Ricordo soltanto i casi più recenti: i vigneti di San Giovanni del Collio e il campo da golf di Padriciano a Trieste, che ha subito danni che si aggirano attorno ai 100 mila euro. Per non parlare dei casi di aggressione alle persone nel capoluogo giuliano, anche in zone impensabili fino a poco tempo fa».

Chiesti orari di caccia più ampi
«E’ evidente che le azioni messe in atto fino a questo momento dalla Regione si sono rivelate inefficaci: vedi l’utilizzo di sostanze maleodoranti con preparazioni a base di peperoncino e l’esplosione programmata di botti che dovrebbero infastidire gli animali e tenerli, così, lontani dai raccolti di cui cibano - aggiunge Ziberna -. L’unica soluzione valida per cercare di arginare il problema resta quella dell’attività venatoria che, però, come hanno recentemente segnalato anche i rappresentanti dei cacciatori di Cormòns, è ostaggio di enormi difficoltà burocratiche che rendono praticamente impossibile e sicuramente non conveniente cercare di esercitare una passione. Sarebbero, quindi, necessari orari di caccia più ampi, battute anche da terra e non solo dalle altane, nonché convenzioni con i macelli comunali per diminuire i costi».

Necessaria una sburocratizzazione dell’attività di prelievo
«Chiedo, quindi, alla Regione – conclude Ziberna – di agire con una sburocratizzazione dell’attività di prelievo e di contenimento della proliferazione. Da qui la necessità di procedere ad un abbattimento in deroga per la maggior parte dell’anno, all’aumento del numero degli iscritti nelle Riserve di caccia del Fvg, all’adozione di incentivi per l’abbattimento, all’estensione della possibilità di abbattimento dei cinghiali a tutta la giornata, all’aumento dei luoghi in cui macellare questa carne, nonché alla possibilità di conferimento della carcassa ai centri di raccolta e macellazione, proponendo magari un prezzo calmierato. Da ultimo la sburocratizzazione per permettere un’attività venatoria che non sia legata a lacci e lacciuoli che ne inficiano l’utilità e la possibilità ad esercitarla».