19 aprile 2024
Aggiornato 03:30
La scoperta dei carabinieri

Centinaia di reperti storici e ordigni in casa: nei guai due friulani

Proiettili, cartucce, granate, ma anche caricatori per mitragliatrice, spezzoni di proiettile ma anche decine di monete di vario conio e dimensioni risalenti all’epoca romana e medievale, anelli di varie dimensioni di epoca romana e monili

UDINE - I carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Udine hanno posto fine a una pericolosa attività clandestina di recupero e scambio di materiale esplosivo risalente al primo conflitto mondiale a opera di due persone che, solitamente nei fine settimana, si ritrovavano per organizzare delle escursioni nell’arco alpino regionale alla ricerca di oggetti della più svariata natura, dal reperto paleontologico, ai cimeli della Grande Guerra, passando per manufatti di età romana.
L’interesse dei due amici non si limitava però agli oggetti di antichità o aventi valore storico, la cui ricerca è comunque vietata se frutto di scavo non autorizzato, ma si estendeva come detto agli esplosivi.
Avuto riscontro della possibile detenzione di beni culturali appartenenti allo Stato nonché di materiale esplodente, i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Udine si sono immediatamente attivati ottenendo dalla locale Procura della Repubblica due decreti di perquisizione domiciliare che sono stati eseguiti nelle abitazioni dei due soggetti interessati alle attività di ricerca clandestina, tali P.V., classe ’82, di Gorizia e M.G, classe ’93 di Arta Terme.

Le attività di ricerca condotte dai militari dell’Arma, coadiuvati dai colleghi delle Compagnie di Gorizia e Tolmezzo, hanno consentito – soprattutto nel caso dell’abitazione goriziana – sita in pieno centro, di rinvenire un vero e proprio arsenale: all’ingresso dell’appartamento, stipata tra camera da letto e cucina, ai militari operanti si è presentata una Santa Barbara fatta di 81 ordigni esplosivi, tutti carichi e come tali assolutamente pericolosi, anche di grosso calibro, tra cui 6 proiettili da cannone (cal. 149 mm.), granate di varie dimensioni e potenzialità, nonché 851 cartucce da fucile e 196 cartucce da pistola di vario calibro, tutte potenzialmente impiegabili. Sono stati anche rinvenuti caricatori per mitragliatrice, spezzoni di proiettile contenente polvere da sparo, spezzoni di tubo esplosivo e materiale vario per la ricerca, come visori notturni e metal detector, nonché tre piante di marijuana, del peso di oltre 220 gr., che facevano da corollario all’impressionante mole di esplosivi rivenuti.
Anche la perquisizione eseguita ad Arta Terme consentiva ai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di rinvenire granate, proiettili, bossoli di vario calibro, polvere pirica e l’immancabile metal detector con il quale svolgere l’attività di ricerca e scavo clandestino. Nell’abitazione carnica venivano anche sequestrate decine di monete di vario conio e dimensioni risalenti all’epoca romana e medievale, anelli di varie dimensioni di epoca romana e monili vari sempre databili a quel periodo, nonché 23 punte di freccia di materiale metallico/ferroso di presumibile epoca medioevale.

Al termine delle attività di sequestro e messa in sicurezza in idoneo luogo dell’enorme mole di ordigni esplosivi carichi rinvenuti, condotta con la qualificata collaborazione degli artificieri del 3° Reggimento Genio Guastatori di Udine e di personale del 118 dell’Ospedale Civile di Gorizia, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Udine traevano in arresto P.V. per il possesso illegale di ordigni esplosivi e sostanza stupefacente ai fini di spaccio ponendolo a disposizione della Procura della Repubblica di Gorizia che ne disponeva l’associazione al carcere di via Barzellini. M.G. veniva deferito in stato di libertà alla Procura di Udine per possesso illegale di esplosivi ed armi da guerra nonché per le ipotesi di violazione in materia di ricerche archeologiche e impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato.