19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Presente il ministro per le Infrastrutture, Graziano Delrio

Posata la prima pietra per il nuovo lotto della terza corsia dell'A4

Serracchiani: "Stiamo lavorando per rendere il nostro sistema Nordest più forte, per investimenti, traffici e prospettive di sviluppo. Il primo passo è stato il Protocollo con il Ministero della Infrastrutture per prolungare la concessione al 2038, portando Autovie Venete in house"

RONCHIS - «Le nostre priorità sono fare le cose che avevamo deciso. Lo sblocco di questo cantiere che vale 500 milioni vuol dire lavoro, migliore logistica per le aziende che abitano questo territorio». Lo ha affermato il ministro per le Infrastrutture, Graziano Delrio, a margine della posa della prima pietra del terzo lotto per la terza corsia della A4 Venezia-Trieste, a Ronchis, che interessa il tratto tra Alvisopoli e Gonars, della lunghezza di 26 chilometri. «Oltre al potenziamento autostradale dobbiamo agire sul ferro, e quindi gli investimenti sul porto di Trieste, per il collegamento ferroviario gli investimenti sulla velocizzazione della linea Venezia-Trieste. Credo che il territorio stia vedendo cantieri, e oggi è una buona giornata perché risolviamo problemi che si trascinavano da tempo».

Serracchiani presente assieme al ministro ha aggiunto: «Stiamo lavorando per rendere il nostro sistema Nordest più forte, per investimenti, traffici e prospettive di sviluppo. Il primo passo è stato il Protocollo con il Ministero della Infrastrutture per prolungare la concessione al 2038, portando Autovie Venete in house». «Quando abbiamo iniziato, qualcuno ha detto che il cantiere non si sarebbe mai realizzato. Oggi siamo davanti a un cantiere che si apre e sarà anche simbolicamente un pezzo d'Italia che si rimette in movimento e si aggiunge all'importante accordo firmato ieri con Rfi che va nella giusta direzione di attuare la cura del ferro cui tiene il ministro Delrio».

Nella visione della presidente della Regione il terzo lotto della terza corsia sulla Venezia-Trieste rappresenta l'infrastruttura di collegamento di "un territorio che ha bisogno di rimettere assieme i tasselli di un mosaico" con l'obiettivo perseguito dal Friuli Venezia Giulia di non essere solo «una regione di passaggio».
Prima dell'avvio formale dei lavori, Serracchiani, insieme ai prefetti di Venezia e di Udine, Domenico Cuttaia e Vittorio Zappalorto e a Marco De Eccher, quale contraente generale, hanno firmato un protocollo di legalità «che non è un fatto simbolico», ha sottolineato la presidente, ma che serve a «garantire che l'opera verrà fatta con grande trasparenza, per evitare infiltrazioni mafiose e qualunque tipo di operazione non opportuna».