28 marzo 2024
Aggiornato 11:30
2 gli italiani, gli altri di nazionalità romena

7 arresti e un ricercato per alcuni furti avvenuti a maggio a San Giovanni

I malviventi agivano principalmente di notte e nei weekend per il trasporto della refurtiva in Romania dove veniva venduta

UDINE – 'Ascunde', l’indagine condotta dal Norm dei Carabinieri di Palmanova, si è conclusa con 7 arresti: due gli italiani, gli altri sono di nazionalità romena. All’appello manca ancora un uomo, attualmente ricercato.

I primi furti a maggio
Gli uomini dell’Arma hanno iniziato a indagare a seguito alcuni furti avvenuti nella notte fra il 15 e il 16 maggio scorso ai danni di alcune aziende con sede a San Giovanni al Natisone. Dalla Komposy Krom, quella notte è sparito un autocarro Fiat Iveco Eurocargo. E proprio utilizzando il mezzo rubato è stato trasportato un quad Polaris SPX 500E rubato alla PVK e un trattore BCS Valiant . Dopo quei furti i malviventi si sono dileguati. Fino a giugno quando hanno rubato, nella notte tra il 19 e il 20, circa 1.500 chili di cavi di rame dall’impianto fotovoltaico installato sul tetto della ditta 'Torre s.r.l',sempre a San Giovanni al Natisone. In quell’occasione però i militari hanno cercato di bloccare i malviventi, che invece hanno forzato il posto di blocco al  casello autostradale di Palmanova, e si sono trovati costretti a lasciare lì la refurtiva e il mezzo rubato.

Le indagini non sono state facili
I malviventi agivano principalmente di notte e nei weekend per il trasporto della refurtiva in Romania dove veniva venduta. Scelta dettata probabilmente dalla convinzione, erronea, di avere più tranquillità negli spostamenti e di dare meno nell’occhio. I malviventi, inoltre, occultavano abilmente la refurtiva tra la vegetazione di alcuni boschetti in attesa della ‘spedizione’. Inoltre cambiavano spesso strada e viaggiavano in staffetta.

La refuriva
I quattro mesi di indagini, fatti di pedinamenti e intercettazioni telefoniche hanno consentito di individuare la cosiddetta ‘auto pulita’ con la quale i malviventi, dopo aver raggiunto la località del furto, avevano scortato (in occasione del primo colpo) l’autocarro rubato. Gli investigatori hanno anche individuato  un capannone, a Cusano di Zoppola (nel pordenonese), lungo la strada statale 13 'Pontebbana', messo a disposizione da uno degli italiani coinvolti, che veniva utilizzato come deposito della refurtiva, in attesa della successiva ricettazione. Dalle perquisizioni proprio all’interno del deposito sono stati trovati 1.790 chili di trecciato di rame, che dalle indagini è emerso essere stato rubato al Parco Fotovoltaico della ditta Solar di Cusano di Zoppola.

Tra Friuli e Veneto
La merce rubata (tra le province di Udine, Pordenone, Treviso e Venezia), come detto, veniva trasportata in Romania da autocarri furgonati di nazionalità romena, e nel Paese veniva depositata in attesa degli acquirenti. Si tratta prevalentemente di trattori, tosaerba, pannelli fotovoltaici, ruote e cerchioni di autovetture di marca.

Gli arresti
Lo scorso 7 novembre il Gip del Tribunale di Udine ha emesso sei ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di P. A., D.S. I., G.M.D., C.D.S., B.B. e di un ulteriore cittadino romeno attualmente ricercato, nonché ulteriori due ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di R.B.e I. T, tutti residenti o domiciliati tra le province di Pordenone, Treviso e Ascoli Piceno, tutti ritenuti responsabili di 'associazione per delinquere' finalizzata alla commissioni di 'furti aggravati' a carattere transnazionale.  Tutta la refurtiva che è stata ritrovata è stata posta sotto sequestro, dalle stime ammonta a circa 68 mila euro. Altro materiale era già stato ritrovato nel corso delle indagini e restituito ai legittimi proprietari. Nel corso delle esecuzioni delle misure cautelari sono stati rinvenuti e sequestrati anche denaro contante, veicoli, telefoni cellulari.