29 marzo 2024
Aggiornato 15:30
25 novembre 2016

Violenza sulle donne: Telesca, mettere in campo azioni sempre più forti

A distanza di un anno dalla raccolta fondi, si è dato un riscontro concreto di quanto è stato donato e dell'efficacia dell'intervento. Una dimostrazione importante del buon utilizzo delle risorse da parte delle istituzioni pubbliche ma anche di come si possono unire realtà che sembrano distanti

TOLMEZZO - "A distanza di un anno dalla raccolta fondi, si è dato un riscontro concreto di quanto è stato donato e dell'efficacia dell'intervento. Una dimostrazione importante del buon utilizzo delle risorse da parte delle istituzioni pubbliche ma anche di come si possono unire realtà che sembrano distanti, quali un'azienda sanitaria e gli esercizi commerciali, per affrontare insieme temi di grande impatto sociale come la violenza sulle donne".

Lo ha affermato l'assessore alla Salute della Regione Friuli Venezia Giulia Maria Sandra Telesca intervenendo alla
presentazione, nell'ospedale civile di Tolmezzo, delle strumentazioni e della nuova struttura di accoglienza ospedaliera per le vittime di violenza frutto della raccolta fondi "Credevo Fosse Amore"  che Aspiag service, la concessionaria Despar per il Nordest, ha attivato a fine 2015  in tutti i supermercati Despar,
Eurospar e Interspar della regione, in collaborazione con l'Azienda per l'assistenza sanitaria n. 3 Alto Friuli - Collinare - Medio Friuli. Si tratta, come ha spiegato Pierpaolo Pillinini primario del Pronto soccorso di Tolmezzo, di un ecografo multidisciplinare portatile per le attività nell'urgenza ospedaliera e di un elettroencefalografo per pediatria sempre per il presidio ospedaliero di Tolmezzo oltre che dell'allestimento di un locale idoneo ad ospitare le vittime di violenza, la cosiddetta "stanza rosa".

Telesca ha voluto ringraziare tutti quelli che hanno contribuito alla riuscita dell'iniziativa, primi fra tutti i cittadini che
"hanno donato e hanno dimostrato sensibilità al tema». Parlare della violenza di genere, secondo Telesca, serve "non è certamente sufficiente ma è importante perché accresce la consapevolezza. Ora è necessario continuare a mettere in campo azioni sempre più forti che riguardano non solo il sistema socio assistenziale ma anche la formazione, la scuola, la prevenzione; tutti insieme, qualunque sia il nostro ruolo nella società, possiamo dare un contributo anche per sconfiggere l'indifferenza".

"Affinché questa esperienza di solidarietà non resti isolata - ha aggiunto Telesca - vogliamo istituire un protocollo unico di rete fra tutti i Pronto soccorso regionali; anche da queste strutture può partire un percorso di aiuto alle donne per dare loro quella fiducia e quel coraggio per uscire dalle situazioni di violenza». Ed in questo senso, il pronto soccorso, come uno dei luoghi in cui si intercetta la violenza, è di grande rilevanza: "nei nostri punti di primo intervento - ha riferito Pier Paolo Benetollo, direttore generale dell'Aas n.3 Alto Friuli - Collinare - Medio Friuli - si registrano, tutti gli anni, dei casi di violenza dichiarata dalle stesse donne maltrattate o dei casi in cui è la rete dei servizi, il personale di primo contatto opportunamente formato che attivano le reti di supporto per la presa in carico delle situazioni".

All'interno di questo progetto si inserisce l'iniziativa benefica che si è tradotta in oltre 213.000 donazioni per un totale di 120.852 euro che ha aiutato la Aas n.3 a realizzare la speciale struttura di accoglienza ospedaliera e gli acquisti della strumentazione. Nel corso della presentazione sono stati forniti alcuni dati: al pronto soccorso di San Daniele del Friuli, dal 1 gennaio 2015 al 30 giugno 2016, sono stati 137 i casi di possibili donne oggetto di maltrattamento di cui 49 confermati. Nello stesso lasso di tempo gli accessi ai punti di primo intervento di Tolmezzo e Gemona sono stati 138 e 124 (il dato prende in esame due voci: sia la violenza altrui sia quella accidentale).

"Sono poche le donne che si presentano indicando di essere vittime di maltrattamento, se ne registrano circa due o tre al mese - ha riferito Pillinini - ma ci sono delle metodiche per permettere agli operatori di creare degli allert quando si è davanti ad un probabile caso di violenza, attivando in questo caso la rete a supporto». Un esempio, come ha spiegato, è quello della donna che si presenta al pronto soccorso più volte sempre per lo stesso motivo come quello della caduta dalle scale.