19 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Enti Locali

Dopo un iter di 3 anni, il Consiglio sancisce l'addio alle Province

La soddisfazione dell'assessore Panontin, che ha sottolineate le diverse aperture arrivate da parte della minoranza

UDINE - Con l'approvazione in Consiglio regionale del disegno di legge sulla 'Soppressione delle Province del Friuli Venezia Giulia e modifiche alle leggi regionali 11/1988, 5/2012, 26/2014 e 18/2015' «si chiude di fatto un percorso riformatore cominciato tre anni fa circa: un percorso lungo e non facile, che ha richiesto passaggi alle Camere per modificare lo Statuto». Lo ha affermato l'assessore regionale alle Autonomia locali e al Coordinamento delle riforme Paolo Panontin al termine della seduta del Consiglio regionale che ha dato 'disco verde' al provvedimento.

«Durante il lavoro di Commissione e durante il Consiglio - ha rilevato l'assessore - alcuni emendamenti sono stati accolti, alcune piccole modifiche di natura puntuale e di dettaglio sono state apportate, ma l'impianto è quello uscito dalla giunta e quindi dalla Commissione».
Del lavoro d'Aula Panontin ha apprezzato in particolare «il passaggio sull'articolo che disciplina in maniera puntuale e parzialmente diversa il meccanismo di finanziamento dei Comuni che stanno nelle Unioni territoriali intercomunali, meccanismo che lavora molto sull'autodeterminazione e la quantificazione autonoma della spesa delle funzioni da parte dei Comuni: in quell'emendamento - ha aggiunto Panontin - ci sono state diverse aperture da parte della minoranza che mi fanno ben sperare nel successivo atteggiamento degli amministratori e dei sindaci ancora non entrati nelle Unioni». Tra le novità passate in Consiglio, il fatto che le strade provinciali passino in capo alla Regione senza alcun trasferimento agli enti locali e il trasferimento
alle Uti delle funzioni in materia di consigliere e consigliera di parità operanti a livello di 'area vasta'. 

L'assessore ha, da ultimo, segnalato in sede di voto finale, «alcune rilevanti astensioni che sono un segnale importante e che in parte tengono conto di una posizione assunta anche all'epoca dell'approvazione in quest'Aula all'unanimità dei presenti della modifica dello Statuto di autonomia proposto alle Camere».