29 marzo 2024
Aggiornato 05:30
Il dopo referendum

Sabato ci sarà la resa dei conti nel Pd del Fvg

La data era stata voluta dalla presidente della Regione, Debora Serracchiani, che sperava di arrivare all’appuntamento da trionfatrice. Cosa accadrà dopo la Waterloo referendaria?

UDINE - Si preannuncia caldissima se non addirittura bollente l’assemblea regionale del Pd del Fvg convocata per sabato nella sede provinciale di Udine di via Joppi. La data era stata voluta dalla presidente della Regione, Debora Serracchiani, che sperava di arrivare all’appuntamento da trionfatrice. Nel caso avesse vinto il sì, la ‘zarina’ avrebbe infatti avuto gioco facile ad annacquare le polemiche relative alle quattro sconfitte elettorali (Trieste, Pordenone, Codroipo e Monfalcone) su cui nessun organo di partito si era ancora espresso. Ora, dunque, la Waterloo referendaria complica maledettamente le cose e lo scontro interno più volte volutamente rinviato non può più essere rimosso.
In ballo, infatti, non ci sono soltanto le sberle elettorali, il ko di domenica, la fuga degli iscritti (oltre 700 tessere in meno ogni anno) e la diaspora con la minoranza dem, ma l’assetto, l’organizzazione e soprattutto la conduzione di un partito anestetizzato dal cerchio magico che fa capo alla stessa Serracchiani. Che in queste ore sta vivendo il momento più difficile della sua carriera politica, brillantissima fino almeno al 2013. Riemergerà, durante l’assemblea di sabato, anche la vecchia polemica sul suo doppio incarico (governatrice e vice segretaria del partito) che in molti dentro nel Pd hanno sempre ritenuto poco opportuno se non addirittura pernicioso.

Mercoledì in programma la direzione nazionale del Pd
Non solo, ma la direzione nazionale del Pd, convocata da Renzi per la giornata di mercoledì, rischia di trasformarsi in una resa dei conti interni, in una notte dei lunghi coltelli che potrebbe innescare un effetto a domino anche in periferia. Senza contare che fonti del Pd romano non escludono neppure che Renzi possa rassegnare le dimissioni anche da segretario del partito. In questo caso, a ruota tutto il vertice nazionale dei dem – Serracchiani compresa – sarebbe costretto a seguirlo. Insomma, l’ostinazione del non aver voluto riunire il partito regionale già dopo la pesantissima sconfitta delle amministrative triestine e pordenonesi rischia adesso di trasformarsi in un micidiale boomerang. Né basterebbero o basteranno le ventilate dimissioni della segretaria regionale, Antonella Grim, a lenire le ferite che via via dentro il Pd del Fvg si sono fatte più profonde proprio per la miopia e la presunzione del loro cerchio magico.

Servirà uno scatto d'orgoglio per fare autocritica
Sabato al Pd servirà uno scatto di orgoglio condito però da tanta umiltà e altrettanto desiderio di fare severissima e feroce autocritica. Anche lunedì, infatti, nelle sue prime dichiarazioni la Serracchiani non ha mai ammesso colpe o errori di un partito che sta tradendo giorno dopo giorno le aspettative di chi aveva creduto in una scommessa che si è realizzata soltanto in piccola parte. Se così non accadrà, la gioiosa macchina da guerra del Pd delle ultime Europee è destinata a trasformarsi in un mezzo da rottamare.