29 marzo 2024
Aggiornato 13:00
La decisione

Apicoltura, la Regione sostiene i produttori con 483 mila euro

"Con il programma - commenta l'assessore Shaurli - si migliorerà la produzione e commercializzazione dei nostri prodotti e, in collaborazione con i consorzi apistici, si attueranno misure di assistenza tecnica agli apicoltori per aiutarli nella lotta ad aggressori e malattie"

UDINE - E' stato approvato il Programma triennale 2017-2019 per migliorare le condizioni di produzione e commercializzazione dei prodotti dell'apicoltura. Il programma, varato dalla giunta regionale su proposta dell'assessore alle Risorse agricole Cristiano Shaurli, prevede di affidare ai Consorzi apistici provinciali di Udine, Pordenone, Gorizia e Trieste l'attuazione delle misure di assistenza tecnica agli apicoltori, di lotta contro gli aggressori e alle malattie dell'alveare, di razionalizzazione del nomadismo, di sostegno ai laboratori di analisi dei prodotti.

I Consorzi provinciali, attraverso gli esperti apistici, potranno fornire un servizio di assistenza tecnica specializzata e attuare un unico piano di lotta contro gli aggressori e le malattie dell'alveare, in particolar modo per risolvere il problema della varroasi.
Il programma triennale 2017-2019 ha una dotazione finanziaria complessiva di 483.283 euro, in cui sono confluiti fondi comunitari, nazionali e regionali.

«Con il programma - commenta l'assessore Shaurli - si migliorerà la produzione e commercializzazione dei nostri prodotti e, in collaborazione con i consorzi apistici, si attueranno misure di assistenza tecnica agli apicoltori per aiutarli nella lotta ad aggressori e malattie, problema molto grave per l'apicoltura, non solo regionale».
Shaurli fa notare che il programma «ha una dotazione importante, che rappresenta la giusta attenzione a un settore che deve affrontare nuove criticità e che è fondamentale sia dal punto di vista della produzione economica, ma soprattutto per il contributo che dà alla tutela dell'ambiente e alla qualità dell'intero settore agricolo».