19 aprile 2024
Aggiornato 13:30
L'analisi

Il 'caso' centrodestra: masochismo e mentalità anni '80

Il 'facciamoci del male', ormai da anni, è il pessimo refrain che accompagna il centrodestra del Fvg in ogni tornata elettorale. La gente non ci sta più a questi ridicoli giochi di potere

UDINE - Rieccoli! Gli uni contro gli altri armati di masochismo. Del resto, non è facile cambiare modalità politica incrostatasi nel corso di diversi lustri. Modalità che è quella di bisticciare, di dividersi, di rendere instabile, come citerebbe Paul Watzlawick, teorico del cambiamento, una barca che di per sé stabile. E tutto perché il 'facciamoci del male' è il pessimo refrain che accompagna il centrodestra del Fvg in ogni tornata elettorale.

Pochi giorni fa il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, era stato profetico sostenendo che o il centrodestra la smette di dividersi e bisticciare, oppure non va da nessuna parte. E lo dice uno che il centro destra lo ha saputo coagulare, prendere per mano senza che nessuno – da Milano, da Roma o anche da Martignacco da Trieste – mettesse il becco. Ed è per questo che lo ha portato a una strepitosa vittoria. Ma evidentemente i rancori interni, le diffidenze, le invidie sono più forti di qualsiasi logica politica.
Il centrodestra ha di nuovo il vento in poppa? Chi se ne frega, pare essere il commento di alcuni leader che non vogliono essere tali. E allora giù inutili e sterili disquisizioni sulle primarie, sui visitor, sui candidati alla Regione. Su Salvini. Sul Berlusca. Su Fedriga piuttosto che su Tondo, piuttosto che su Riccardi, piuttosto che su Bini. Pazzesco, nonostante i continui ribaltoni politici e l’esasperazione della gente, nei vertici dei partiti di centrodestra si continua a ragionare come 30 anni fa, come nulla fosse e stesse accadendo.

Prendiamo ad esempio la disputa sulle primarie come paradigma delle contraddizioni in essere nel centrodestra. Salvini le invoca per trovare il nuovo leader che dovrà guidare la coalizione per la presa di palazzo Chigi nel mentre però tuona da Milano che il candidato alla Regione Fvg sarà Fedriga. Ovviamente senza primarie. Dunque, delle due l’una. Insomma, ogni scusa è buona per procrastinare vecchie baruffe chiozzotte che già in passato hanno fatto danni devastanti alla coalizione. Basterebbe ricordarsi come Tonfo e un centrodestra puntualmente diviso abbiano regalato la Regione alla Serracchiani. Di contro, sarebbe sufficiente citare i casi di Pordenone e Milano per capire come potrebbe essere facile arrivare al 2018 con legittime aspirazioni di vittoria.
Siamo convinti che antagonismi e vecchie ruggini tra leader siano talmente incrostati nel centrodestra da prefigurare il rischio di un’altra campagna elettorale vissuta sul filo dei rancori, delle vendette e degli agguati politici. Ma la gente non ci sta più a questi ridicoli giochi di potere. E come ha bocciato Renzi, è pronta a respingere ogni vecchiume politico ammantano di presunta dialettica o confronto tra le parti.