28 marzo 2024
Aggiornato 23:00
Fvg perfetto per una sperimentazione

Il futuro dell'autotrasporto discusso a Palmanova

Durante un incontro organizzato dall'europarlamentare De Monte si è parlato delle opportunità offerte dai combustibili alternativi come il gas naturale liquefatto

PALMANOVA - Un autotrasporto sostenibile, Tir 'verdi', non sono un miraggio: è il futuro, e in questo dall’Europa arrivano direttive precise per spingere i Paesi membri verso l’utilizzo di combustibili alternativi, come il gas naturale liquefatto, che è considerato l’unico in grado di sostituire i prodotti derivanti dal petrolio. In questo il Friuli Venezia Giulia è perfetto per la sperimentazione: siamo infatti un’area 'core', con la presenza di due corridoi europei. Ne è convinta Isabella De Monte, europarlamentare Pd e componente della commissione Trasporti e turismo, che di recente ha organizzato anche un workshop a Palmanova dal titolo 'Un nuovo sviluppo europeo: l’autotrasporto sostenibile – Le innovazioni e i vantaggi del gas naturale liquido', cui sono intervenute numerose realtà operanti nel settore in Fvg. 
All’iniziativa, organizzata da De Monte con il sostegno del Gruppo S&D al Parlamento europeo, sono intervenuti anche Enrico Maria Pujia, direttore generale del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti-Direzione generale per la vigilanza sulle Autorità portuali; Mario Dogliani, ingegnere navale; Antonio Nicotra, presidente Liquimet GasFin; Evelin Zubin, direttore generale centro servizi per il mare.

L'obiettivo è ridurre del 15% il consumo di gasolio
Durante il convegno è emerso come si stiano aprendo prospettive favorevoli per l’industria, la logistica e l’ambiente dall’applicazione su scala globale e interna delle Direttive europee 2014/89 e 2014/94 del 22 ottobre 2014 (nota come Dafi). Si tratta di indirizzi dirimenti per assicurare più elevati standard di sostenibilità ambientale entro il 2030, attraverso la transizione nell’alimentazione dei mezzi di trasporto, in primis navi e automezzi, dal diesel ai combustibili alternativi come il Gas naturale liquefatto (Gnl).
Lo stesso Governo italiano ha approvato uno schema di decreto legislativo in attuazione della Direttiva, ora all’esame della Camera e del Senato, mentre la Presidenza Maltese si occuperà della questione nella prossima sessione della Commissione e del Parlamento.
L’obiettivo è, da un lato, incidere sulla modifica dei consumi del diesel del 15% e sulla crescita delle capacità del gas di soddisfare almeno il 10% dei consumi totali di energia nel settore dei trasporti (attualmente di circa il 2%); dall’altro, ci si propone di ridurre del 60% le emissioni di gas ad effetto serra e, più in generale, emissioni a basso contenuto di zolfo e di SOx, NOx e CO2 nonché di PM e delle polveri sottili.

C'è chi si sta già muovendo in questa direzione
Una parte dell’industria e operatori della logistica si stanno adoperando per costruire mezzi e organizzare le attività in modo da giungere preparati alle scadenze previste dall’Unione. In particolare, il gruppo croceristico Carnival ha messo in cantiere le ultime navi alimentate a Lng e le imprese turche impegnate nel traffico marittimo Ro-Ro stanno studiando la riconversione dei motori del proprio patrimonio navale. Dall’altra parte, aziende come Iveco, Mercedes e Volvo sono impegnate nella costruzione di camion nel trasporto a lungo e corto raggio alimentati a gas naturale liquefatto e a eco-metano e sono in procinto (Iveco) di rendere disponibili i mezzi a grandi aziende dell’autotrasporto, alcune operanti anche sul nostro territorio. Allo stesso tempo, strutture portuali e interportuali, da ultimo l’Interporto di Padova, stanno costruendo impianti di stoccaggio e distribuzione di Gnl. Allargando lo sguardo, nello stesso settore dei rifiuti è ben avviata l’attività sia di produzione di eco e bio-metano da forsu (frazione organica dei rifiuti solidi urbani) per l’alimentazione della flotta di bus (Seta, Modena) sia di sperimentazione (vale per Pordenone, varrà per Udine).

Il Fvg luogo strategico per la sperimentazione
Il Nordest, e con esso il Friuli Venezia Giulia, sono parte integrante del sistema della core-network europea, in primo luogo in virtù della presenza di tre importanti corridoi (Brennero, 3 Mediterraneo, 1 Baltico-Adriatico), di una strategica rete autostradale e di tre porti (Trieste, Monfalcone, Venezia). Una consistente parte del traffico e dei servizi merci nazionali viaggia attraverso le nostre direttrici stradali e ferroviarie, mentre dai porti arrivano e partono navi bianche, container e Ro-Ro. Proprio questa elevata concentrazione di infrastrutture, servizi e imprese suggerisce un’accelerazione nel processo di riconversione dal diesel al Gnl e ad altre tipologie di combustibile in modo che al 2020 l’area sia dotata di un adeguato numero di impianti di rigassificazione, di ricezione, di stoccaggio e distribuzione. E’ l’occasione per incrociare correttamente interessi pubblici e privati secondo un modello già praticato efficacemente anzitutto in Spagna, Regno Unito, Norvegia e Olanda e, per i gestori di asset (portuali, interportuali, autostradali, industriali), di procedere all’organizzazione delle attività anche attraverso una fase di sperimentazione. Il nuovo processo è destinato a rafforzare l’intermodalità treno (isocontainer) più gomma più nave nel trasporto del combustibile e nelle operazioni di rifornimento.

Un'opportunità da cogliere 
Tuttavia, l’attuale legislazione in vigore nelle nostre Regioni riguardo le agevolazioni previste per mitigare il costo del metano Gpl per famiglie e imprese, va cambiata. Infatti, simile impostazione non risulta in coerenza né con la strategia europea né con quella nazionale proiettata nello sviluppo dei carburanti alternativi, ed appare quindi utile estendere i benefici anche a quei soggetti che intendono intraprendere la via dell’utilizzo e dell’alimentazione dei mezzi a Gnl. Anche alla scala locale, un’industria e una logistica attenta e proattiva sono nelle condizioni di utilizzare in modo appropriato i progetti europei che il nostro Paese è riuscito a ottenere come il GAINN4MOS e soprattutto il GAINN4CORE che rappresenta per il periodo 2017 – 2030 l’occasione, tra l’altro, di concepire compiutamente, progettare, sperimentare e validare una rete e servizi per l’utilizzo di carburanti alternativi nel trasporto e, nel contempo, assicurare continuità della catena transnazionale di distribuzione.
L’orizzonte che si apre rappresenta a tutti gli effetti un’opportunità, oltre che per l’ambiente e la salute, anche per l’industria e la logistica territoriale, poiché in grado di stimolare attività di ricerca e sviluppo, nuove competenze e profili professionali, la nascita di imprese dedicate e a valore aggiunto e di irrobustire una tradizionale funzione di porti e interporti. Con effetti postivi sul Pil e sul reddito.