23 aprile 2024
Aggiornato 11:30
L'appuntamento di inizio anno

Tonon chiede "spinta alle riforme e sostegno alla produttività" per il 2017

Il presidente di Confindustria Udine ha fatto il punto sullo stato di salute delle imprese friulane, parlando anche di lavoro, innovazione, export. Resta critica la situazione dell'edilizia

UDINE - Pragmatismo e impegno rinnovato che guarda al futuro: il riferimento non può essere più il picco economico pre-crisi del 2008, che si sta rivelando qualitativamente irraggiungibile, ma più realisticamente va individuato un nuovo parametro di riferimento che identifichi il punto di ripartenza. Al riguardo, il presidente di Confindustria Udine Matteo Tonon, in apertura della tradizionale conferenza stampa di ‘inizio anno’ svoltasi a Palazzo Torriani, ha identificato con settembre 2014, il punto più basso della seconda recessione (quando i tassi euribor a tre mesi erano scesi allo zero per diventare, successivamente, negativi), l’inizio di una nuova serie storica dalla quale valutare l’inizio del rilancio. Cambiano dunque i parametri a confronto. Diventa così un dato oggettivo il fatto che il Pil nazionale dal settembre 2014 a oggi abbia registrato un incremento del +4,0%. «Questo nuovo punto di riferimento - ha evidenziato Tonon - non significa però l’accettazione di un gioco al ribasso. Gli imprenditori vogliono cambiare modello. Sappiamo che non sarà un percorso veloce, né breve, né esente da rischi, ma continueremo ad impegnarci fortemente per individuare una strategia ragionevole che possa permettere quel cambio di paradigma necessario a produrre nuova ricchezza e per la ripresa effettiva della nostra economia».

Economia italiana
La previsione di crescita del Pil in Italia nel 2017 è dello 0,8%. «Dal settembre 2014 – ha commentato Tonon - c’è un saldo positivo, ma servirebbe ora un vero e proprio scatto d’orgoglio per far evolvere il modello di rilancio. Coerente, in tal senso, è la legge di bilancio 2017 predisposta dal Governo e approvata dal Parlamento, che non ha stravolto la correttezza di impostazione della manovra complessiva che, in tema di quarta rivoluzione industriale, ha varato un significativo pacchetto di norme fondamentali in linea con la neutralità settoriale - la conferma del superammortamento per l’acquisto dei beni strumentali e il nuovo iperammortamento per l’acquisizione dei beni funzionali all’industria 4.0, per supportare l’industria nell’evoluzione in chiave digitale». «La spinta alle riforme e il sostegno alla produttività devono proseguire. In questo senso, il risultato negativo del referendum istituzionale - ha sottolineato Tonon - è per noi un’occasione sprecata per assicurare la stabilità decisionale. Non c’è stato il disastro post-voto, ma continuiamo a sostenere la necessità di mettere mano alle riforme complessive della nostra macchina istituzionale».

Economia regionale e provinciale
La crescita del Pil regionale (+0,8%) ricalca il dato nazionale. Tonon, nel ricordare la peculiarità del tessuto produttivo del Friuli Venezia Giulia, rappresentato da tutte le componenti dell’economia (produzione di beni, produzione di servizi, turismo), ha rimarcato come «la questione industriale e la centralità del manifatturiero siano state confermate dalla Regione. In questi in questi anni, l’articolazione dei provvedimenti di politica industriale ha inteso rafforzare la dotazione delle risorse a supporto degli investimenti a favore delle imprese dell’industria, del commercio e dell’artigianato», mentre sono state approntate e rispettate le tempistiche promesse per le infrastrutture tra cui la consegna puntuale dei dragaggi a Porto Nogaro e l’avvio dei cantieri della terza corsia. Per quanto attiene alla revisione dei consorzi industriali, «l’auspicio – ha detto Tonon – in linea con quanto è già stato realizzato, è che si possa traguardare nel 2017 quel progetto del Consorzio unico delle zone industriali, da nord a sud, comprendendo l’unificazione tra i Consorzi Cipaf, Ziu e il vecchio Aussa Corno». Il panorama complessivo vede poi una diminuzione dell’indice di disoccupazione (7,5%, «se confermato, il trend – ha commentato Tonon – potrebbe darci maggiori soddisfazioni nel 2017»), un calo del 25% del ricorso agli ammortizzatori sociali («dovrebbero però calare di ulteriori 20-25 punti percentuali per la ripresa di nuove assunzioni») e un cambio del mix tra cassa integrazione ordinaria (in crescita) e straordinaria (in calo). Gli effetti dello Jobs act? «Vanno verificati nell’arco del medio termine. Il cambio di riferimento normativo – ha spiegato Tonon - era necessario per la competitività del nostro sistema delle imprese. L’augurio è che non venga modificato questo sistema di regole».

Sos edilizia
Ampio spazio della conferenza stampa è stato dedicato a quello «che è il settore più colpito dell’economia nazionale e regionale: ovvero l’edilizia. Le piccole variazioni positive previste per questo comparto non traggano in inganno – ha ammonito Tonon – perché vanno contestualizzate in un sistema che ha perso in pochi anni metà dei suoi indicatori. E’ un patrimonio che non va disperso». Ha confermato Roberto Contessi, presidente dell’Ance: «basti pensare al drastico ridimensionamento della struttura produttiva che ha portato alla quasi scomparsa delle medio-grandi imprese. Il problema – ha commentato Contessi – resta quello della dimensione aziendale che, in mancanza di sbocchi nel mercato locale (calo delle opere pubbliche e crollo del mercato immobiliare), non permette di aggredire i mercati esteri. Nuotiamo in un mare chiuso dove l’acqua cala sempre di più. La Regione sta facendo uno sforzo per chi vuole acquistare la prima casa, ma si tratta di una fascia di clientela ristretta. Occorrono misure di più ampio respiro. In questo senso valutiamo positivamente un impegno della Regione a stanziare delle risorse per il recupero energetico degli edifici degli anni ’50. Se riparte l’edilizia si genera un vantaggio notevole per l’intero sistema».