26 aprile 2024
Aggiornato 21:30
L'intervista

Bulfone: "Alla fine il candidato per la Regione lo decideranno i partiti nazionali"

L'ex capogruppo del Psi in Fvg, avvocato, fa una panoramica della situazione politica in Friuli, bocciando Serracchiani e Bini

UDINE - Riformista, liberal, libertario. Ma soprattutto socialista, ieri come oggi. Quando il Psi, nell’era biasuttiana, era il secondo partito del Fvg lui era capogruppo del Psi in regione e in precedenza era stato assessore e vicepresidente della Provincia di Udine. Oggi, Enrico Bulfone, avvocato ed ex presidente dell’Ordine della provincia di Udine, se ne sta discosto dalla politica. Ma si sa che il primo amore…Al referendum sulla riforma costituzionale ha votato sì «perché - spiega - sono riformista e Renzi era ed è un riformista come Craxi e Berlusconi».

Secondo lei Renzi è finito?
«No, non credo. Ha ancora molte cartucce. Vede, in Italia nessuno vuole governi stabili e profondamente riformisti. Chi ha tentato di cambiare le cose ha perso. Penso alle riforme di Craxi, alla grande riforma di Berlusconi poi naufragata e al tentativo di Renzi».

Da Renzi passiamo a Serracchiani. Le piace come l’ex premier?
«Al suo esordio regionale aveva dato messaggi interessanti sulle riforme, aveva abolito i vitalizi e ridotto le spese ai gruppi consiliari. Poi, questa spinta si è inceppata».

E a suo avviso quali sono state le ragioni di questa frenata?
«Quando è diventata vice-segretaria nazionale del Pd si è dimenticata della Regione che, tra le altre, per motivi contingenti, non conosce come chi qui ci è nato e cresciuto. E così ha lasciato la gestione delle riforme nelle mani di qualche burocrate triestino. Quello che è accaduto per le Uti e la Sanità mi pare confermi questa mia ipotesi».

Secondo lei alla fine correrà ancora per Trieste o sceglierà Roma?
«Credo le convenga puntare su Roma. La gente è delusa da questa giunta regionale e non credo che allo stato attuale il centro sinistra possa bissare il successo del 2013. Va detto però, anche a sua discolpa, che in Fvg come in Italia, negli ultimi 25 anni, i governi uscenti sono sempre stati bocciati dall’elettorato».

Al posto di Serracchiani chi vedrebbe candidato del centro sinistra?
«Ci sono tre nomi in ballo. In ordine alfabetico: Bolzonello, Iacop e Shaurli».

Quindi?
«Credo che alla fine proporranno Shaurli. E’ il più giovane e il più vicino a Serracchiani. Ma parliamo ancora di ipotesi relativamente lontane».

Ipotesi, invece, sul centrodestra?
«Al momento vedo in netto vantaggio Riccardo Riccardi».

Nonostante il diktat di Salvini che vuole imporre Fedriga?
«Non sarà facile proporre Fedriga e questo per due motivi. Primo perché la Lega non può pretendere di avere tutti i governatori del Nord Italia. Secondo perché credo che Fedriga preferisca di gran lunga rimanere nella Capitale a fare il capogruppo alla Camera».

La candidatura di Bini?
«Per me non esiste. Serve gente che mastichi politica».

Il suo amico Tondo?
«Non è facile che lo propongano candidato per la terza volta. Anche perché la partita la giocano soprattutto i partiti nazionali».

Nel senso che le candidature si decideranno alla fine a Roma?
«Con l’elezione diretta del governatore è scontato che i partiti nazionali avranno un ruolo predominante e che le ultime decisioni spetteranno a loro. Insomma, con l’elezione diretta, il candidato presidente non sarà scelto a livello locale. E Tondo non ha alcun partito nazionale alle spalle».

Quindi ha ragione Ferruccio Saro a mettere tutti in guardia dai visitors?
«E’ sempre stato così e non solo per il Fvg. Con l’elezione diretta del governatore c’è sempre uno più in alto che decide. Come dire anche che l’elezione diretta è falsamente democratica».

Enrico Bertossi si è autoproposto per il Comune di Udine. Cosa ne pensa?
«Che è legittimo aspirare e proporsi».

Però…?
«Serve gente nuova, di buona volontà. Inoltre, ritengo che alla fine prevarranno progetti innovativi ‘cavalcati’ da persone nuove. Anche Bertossi si propone in una posizione intermedia, senza scegliere il partito. Alla fine se la giocheranno centrodestra e centrosinistra».

Dimentica forse i grillini?
«No, loro i voti li hanno, ma difettano di personalità d rilievo, di potenziali candidati con la ‘d’ maiuscola, preparati e con caratura. Al momento non vedo nessuno in grado di avere un’importante capacità di aggregazione politica attorno al loro progetto». (d.p.)