24 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Buona notizia

I 'frigoriferi collettivi' salvano il conferimento del latte in montagna

Si tratta di punti di raccolta di dimensioni ridotte nelle aree montane, che sono stati istituiti ufficialmente da una delibera della Regione. In questo modo si superano le restrizioni europee

UDINE - Qualche mese fa vi avevamo raccontato del rischio che l'Europa imponesse uno stop alla raccolta del latte tra gli allevatori della montagna carnica. Ora la Regione ha trovato una soluzione a quello che poteva diventare un problema: i 'frigoriferi collettivi'. Si tratta di punti di raccolta di dimensioni ridotte nelle aree montane della regione dove poter conferire il latte, venendo così incontro alle esigenze dei piccoli allevatori che operano in zone disagiate del Friuli Venezia Giulia. Un provvedimento approvato in giunta nei giorni scorsi su proposta degli assessore Maria Sandra Telesca e Sergio Bolzonello ufficializza questa soluzione. 

Questa iniziativa nasce dalla volontà dell'esecutivo di semplificare gli adempimenti burocratici nelle realtà rurali montane che si trovano in particolari aree disagiate. Inoltre il provvedimento consente anche di valorizzare il ricco patrimonio culturale che appartiene alle zone montane della regione, salvaguardando le produzioni gastronomiche locali e - al tempo stesso - mantenendo viva la tradizione agro-zootecnica di questi luoghi. I frigoriferi collettivi devono essere semplicemente registrati e, dal punto di vista gestionale, devono essere correlati a gruppi organizzati di conferimento o a stabilimenti di trasformazione.

I requisiti minimi richiesti, a tutela delle produzioni alimentari, sono quelli previsti per lo stoccaggio del latte, fermi restando quelli legati alla temperatura e la tracciabilità per ogni singolo conferitore. A ciò si aggiunge anche la responsabilità in capo a un unico operatore del settore alimentare.