20 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Made in Fvg

I salumi Vida volano in Giappone

Per ottenere il visto commerciale, l’azienda ha seguito un iter burocratico piuttosto articolato, suddiviso in più fasi, durante le quali, sono stati sottoposti a severi controlli e verifiche i prodotti, i relativi processi produttivi, gli impianti e i macchinari, oltre che tutte le procedure di igiene e sicurezza

TORREANO DI CIVIDALE - Il salumificio Luigi Vida, con un fatturato di circa 7,5 milioni, 120 referenze a catalogo, una linea biologica (BioVida), il 10% di export (in aumento) e 25 addetti, ha ottenuto l’autorizzazione all’esportazione di carni e prodotti a base di carne verso il Giappone. Si tratta di un risultato significativo per l’azienda (nata nel 1976), che consentente l'apertura di nuovi mercati, nell’area dell’Estremo Oriente. Per ottenere il visto commerciale, l’azienda ha seguito un iter burocratico piuttosto articolato, suddiviso in più fasi, durante le quali, sono stati sottoposti a severi controlli e verifiche i prodotti, i relativi processi produttivi, gli impianti e i macchinari, oltre che tutte le procedure di igiene e sicurezza. La severità dei controlli è imposta per poter garantire al consumatore un prodotto di qualità, rintracciabile in ogni sua fase di vita, in una parola: sicuro.

L’internazionalizzazione
«La sicurezza alimentare – sottolinea Cristian Vida, titolare dell’azienda – è un aspetto centrale sul mercato odierno. Inscindibilmente legata alle qualità organolettiche del prodotto, e a tutti i processi di conservazione, durante il trasporto e lo stoccaggio. Esportare salumi all’estero significa garantire l’integrità del prodotto fino a destino, con tutte i disciplinari imposti, ovvero: non interrompere la catena del freddo, stivare correttamente le merci, monitorare costantemente la temperatura. Nella cultura giapponese l’alimentazione ha un valore forte, radicato nella tradizione del Paese e tenuto in grande considerazione dalla maggioranza della popolazione. Il Giappone è ben noto per la rigorosità delle verifiche imposte, in tutti i settori commerciali, a chiunque voglia operare al suo interno. Ora, la sfida non è finita, anzi, inizia, tenuto conto che il Giappone rappresenta un ambito territoriale di mercato, ancora ricettivo, aperto all’import-export. L’internazionalizzazione per aziende come la nostra è fondamentale, oggi più che mai. Il mercato nipponico guarda con grande attenzione al 'Made in Italy' di qualità, ovvero, alle industrie agroalimentari che realizzano prodotti tipici, ancora con i crismi artigianali, che connotano un’area ben precisa. Con materie prime eccellenti. Registriamo, a livello nazionale, un costante aumento dell’export verso Tokyo, per tutto il settore agroalimentare. Le politiche dell’Ue, per la liberalizzazione del mercato verso l’isola nipponica, devono ancora produrre risultati forti, ma siamo sulla strade giusta, e l’ottenimento dell’autorizzazione per la nostra realtà aziendale, ne è la riprova».