28 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Verso le regionali 2018

Fedriga: “Il gioco di squadra è fondamentale per vincere le elezioni”

Il segretario Fvg della Lega Nord aggiunge: “Il centrodestra ha grandi prospettive. Ma serve chiarezza estrema: non bisogna cercare di accontentare tutti”

UDINE - Nessuna preclusione. Anzi, porte aperte a tutti, anche all’Udc. A patto però che ci sia una condivisione precisa, inequivocabile sulle cose da fare. Di più, il progetto programmatico andrebbe supportato da disegni di legge da condividere con la coalizione prima di andare al voto. Massimiliano Fedriga, capogruppo del Carroccio alla Camera e segretario regionale della Lega Nord, detta l’agenda in vista delle elezioni regionali. E aggiunge che è disposto a fare il candidato-presidente, ma anche il portatore d’acqua per altri. «L’importante – ribadisce – è il programma e la sua condivisione. La scelta del candidato sarà conseguenziale».

Partiamo dunque dalla domanda d’obbligo. Sarà lei il candidato alla presidenza del Fvg per il centrodestra?
«Io mi sono detto disponibile; vediamo cosa succederà».
Dica la verità: preferirebbe rimanere a Roma?
«Vede, il mio vero obiettivo è che la scelta del candidato non si tramuti in una battaglia personale tra alcune persone. Se la colazione dovesse puntare su qualcun altro fare il portatore di acqua».
Come ha fatto per le amministrative di Pordenone e Trieste?
«In quelle due competizioni ho cercato di fare gioco di squadra senza sventolare solo la bandiera della Lega. L’importante era ed è vincere le elezioni. In Fvg dobbiamo diventare l’alternativa del centrosinistra».
Ferruccio Saro dice che lei è molto più simile a Zaia che a Salvini nel senso che alla protesta antepone la proposta. Condivide?
«Noi vogliamo vincere sia con Zaia che con Matteo. Dobbiamo diventare l’alternativa sia a Roma sia a Trieste. Se fossi io il candidato presidente del Fvg proporrei leggi scritte da fare firmare alla coalizione prima del voto».
Salvini vorrebbe lei governatore, mentre per Roma invoca le primarie. Perché questa differenza?
«Matteo ha fatto una proposta che reputa vincente per il Fvg. Io sarei comunque disposto a fare le primarie, che si dovrebbero fare principalmente sul progetto di governo».
Apriamo una parentesi ‘internazionale’. Come giudica l’esordio di Trump che sta scaldando le piazze anche in Europa?
«Vede, Trump è un presidente che non obbedisce agli ordini delle multinazionali ed è questo il vero motivo del suo agire. Alla Casa Bianca erano abituati a essere degli schiavi. Ritengo per questo imbarazzante la superficialità di commentatori e politici nostrani che fanno finta di non conoscere come stanno le cose».
Faccia un esempio.
«I lavori di costruzione del muro ora tanto vituperati erano stati voluti prima da Clinton e poi da Obama. Trump sta semplicemente portando a termine il progetto. E ancora, possiamo forse dimenticare che i sette Paesi ai quali Trump ha posto il blocco dell’immigrazione erano già stati indicati dal premio Nobel per la pace Obama? Lo ribadisco: la levata di scudi contro Trump è imbarazzante e strumentale».
Torniamo alle cose locali. Qual è lo stato di salute de centrodestra in Fvg?
«In evoluzione e con grandi prospettive. Ma serve chiarezza estrema, senza mediazioni al ribasso».
Si riferisce all’Udc?
«No, penso semplicemente che non bisogna cercare di accontentare tutti come faceva Fini anche con certi settori della Sinistra. Il vento del cambiamento dimostra che la gente vuole programmi certi e prospettive sicure».
Resta comunque aperto il nodo-Berlusconi che potrebbe riverberarsi anche in Fvg. O no?
«Dipende molto da lui. Deve fare una scelta chiara e cioè se cavalcare il vento del cambiamento o, legittimamente, cercare altre strade. Che però non saranno quelle della Lega».
Tondo e Bini…?
«Loro due, ma ci metterei anche Fi, nel senso che dobbiamo allargare la coalizione senza fare però un’accozzaglia. Le porte sono aperte a tutti. Non dobbiamo vincere a tutti i costi, ma essere ponti a governare bene Dobbiamo innanzitutto fermare l’ulteriore devastazione della nostra Specialità cominciata da Serracchiani».
E’ davvero convinto che la Lega nazionale sia pronta a fare la battaglia a difesa della Specialità del Fvg?
«Certo, perché noi vorremmo che tutte le regioni fossero speciali perché consentirebbe una gestione del territorio svincolata dal centralismo romano. E il Fvg in questa partita può fare da apripista».
Né voi, né il centrosinistra parlate del M5s. Come mai?
«Non se ne parla perché non vedo loro proposte e progetti. Grillo, ad esempio, su immigrazione ed Europa dice una cosa e poi in Parlamento ne fa fare un’altra. Insomma, credo che il problema sia loro».
Quindi nessuna alleanza con i pentastellati?
«
Perché lei vede prospettive convergenti?».
L’Udc è fuori gioco?
«Nessuna esclusione. Chi vuole difendere un progetto chiaro e preciso è il benvenuto. Ma questo vale per tutti e non soltanto per l’Udc». (d.pe.)