28 marzo 2024
Aggiornato 10:30
La presa di posizione

Agitazione dei manutentori forestali: “Regione inadempiente”

Filca Cgil e Fillea Cisl denunciano le criticità contrattuali dei 150 dipendenti del servizio in campo alla Regione: “Servono un tavolo urgente altrimenti scatterà la vertenza legale”

UDINE - Aumenti contrattuali congelati, accordi integrativi disattesi, dipendenti sottoinquadrati e sottopagati, precariato che si trascina da sette anni. E’ lunga la lista delle criticità che interessano i 150 operai del Servizio gestione territorio montano, bonifica e irrigazione della Regione Friuli Venezia Giulia, impegnati quotidianamente in interventi di sistemazioni idraulico-forestali, manutenzione di piste forestali, malghe, parchi, sentieri, foreste dal Tarvisiano alla Carnia, dal Cansiglio al Carso, da Palmanova a Pagnacco a Gorizia e non solo. Criticità che da circa due anni sono state sottoposte sia ai dirigenti della direzione regionale risorse agricole e forestali sia all’assessorato competente, «senza però ricevere alcuna risposta concreta, anzi in molti fanno orecchie da mercante» attaccano i rappresentanti sindacali di Filca Cgil Udine e Pordenone (Francesco Gerin e Alesandro Conte) e di Fillea Cisl Alto Friuli e Pordenone (Valentino Bertossi e Paolo Fregonese) unitamente alle Rsu degli operai.

Si occupano della difesa idrogeologica del territorio
«Si tratta di lavoratori che da sempre rappresentano una eccellenza per la Regione Friuli Venezia Giulia oltre a rivestire un ruolo di primaria importanza nel sistema di difesa idrogeologica del territorio – spiegano i sindacalisti – eppure dal luglio 2015 sono in attesa di vedersi sbloccato, lo scatto è di 40 euro, l’aumento contrattuale previsto dal contratto che regola il rapporto di lavoro del servizio in amministrazione diretta (l’inquadramento infatti è il medesimo del comparto privato dell’edilizia e non quindi il comparto unico regionale); una grave inadempienza dell’amministrazione regionale – sottolineano i rappresentanti dei lavoratori – alla quale si aggiunge il capitolo dedicato al contratto integrativo che dopo l’avvio di due piattaforme nel 2014 e nel 2016, attende ancora risposte».
Ed ancora per una ventina di operai in particolare si pone la questione relativa alla messa in regola del rispettivo inquadramento: «da circa un anno abbiamo avviato una trattativa per gestire i passaggi di livello di persone che sono sotto inquadrate e sotto pagate ma di fronte troviamo sempre un muro di gomma, è inaccettabile» tuonano i rappresentanti di Filca e Fillea.

Chiesto un tavolo di confronto con la Regione
«E’ chiaro ormai che da parte dei vertici della direzione regionale manca la volontà di risolvere le questioni aperte – proseguono i sindacalisti – il sistema di relazioni non funziona e sta avendo ripercussioni pure sui rapporti personali e nell’operatività di alcune squadre; invece di concentrarsi sulla produttività e sull’efficacia del lavoro, ci si trincera dietro un irrigidimento burocratico-amministrativo che rischia di compromettere il servizio e lede la dignità dei lavoratori».
Un servizio, fanno notare ancora i rappresentanti del sindacato, «che è sempre stato considerato un fiore all’occhiello, al quale spetta il controllo e la manutenzione su 36 mila opere di difesa del territorio ma che da sette anni non vede alcuna assunzione a tempo indeterminato nonostante una ventina di pensionamenti e nonostante una età media di 50 anni degli attuali dipendenti; si predilige l’utilizzo di lavoratori stagionali – concludono i sindacati – si assiste a un impoverimento delle competenze e delle professionalità, ad una obsolescenza delle attrezzature e a cascata il rischio è quello di un peggioramento della qualità delle manutenzioni. Per questo chiediamo urgentemente un tavolo di confronto vero e concreto con l’assessore regionale Cristiano Shaurli altrimenti dovremo valutare altre strade tra cui quella legale».