1 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Lo scorso 24 febbraio

A teatro "tutto bene" con Brunori Sas al Palamostre di Udine

Il pubblico udinese accoglie con calore uno dei rappresentanti più in vista dell'indie italiano

UDINE«Stasera sei cascato male - con la tua barba da intellettuale» scandisce la voce di Dario Brunori all'inizio del pezzo 'Sabato bestiale'. Di barbe scolpite con certosina dovizia ne conto parecchie, tra il pubblico, ma i loro proprietari, come del resto tutti gli altri convenuti, hanno tutta l'aria di essere cascati 'bene'.

Il Palamostre di Udine, sede prescelta per la data zero del 'A casa tutto bene Tour' di Brunori Sas riserva al suo beniamino un trattamento speciale. In un teatro gremito in ogni ordine di posti (appuntamento sold out già in prevendita) il pubblico dimostra di conoscere bene e apprezzare ancor di più le doti del cantautore calabrese, decisamente in rampa di lancio verso l'orbita del miglior cantautorato italiano indipendente.
Un altro centro, dunque, per Euritmica, che con questa serata chiude in bellezza la rassegna Note Nuove 10, che ha richiamato in regione nomi importanti della musica contemporanea italiana e internazionale.

Brunori sale sul palco accompagnato dalla sua band storica, e dimostra subito di aver masticato e assimilato alla perfezione la lezione di illustri precedenti: non solamente De Gregori, la cui somiglianza nella timbrica vocale è a volte impressionante, ma Baglioni, Dalla, Capossela, Rino Gaetano, Ivan Graziani. Nel mezzo del concerto, abbandonando momentaneamente la chitarra per sedersi al pianoforte, si autoparagona anche a Venditti, in uno dei tanti scherzosi siparietti che si concede tra un pezzo e l'altro, strappando  risate e applausi all'uditorio. Perché questo ragazzone barbuto, con la sua malcelata timidezza, la sua ironia, la posa a prendersi poco sul serio, risulta assolutamente credibile e autentico, così come schietti e immediati sono i suoi testi.

Evitando ermetismi e arzigogoli, Brunori arriva dritto al nocciolo: che parli di amori appena sbocciati, di amori finiti , di radici e appartenenza, la sua penna traccia schizzi di vita quotidiana, piccoli quadri sospesi tra l'incanto e la disillusione, pieni di personaggi con i piedi ben piantati sulla terra ma la testa persa ad inseguire i sogni, che ogni giorno fanno i conti con la speranza e soprattutto la paura, vero tema del nuovo album. Paura declinata in varie forme: del diverso, della fine, di rischiare, come nella riuscita 'La verità' che apre il concerto «Te ne sei accorto sì / Che parti per scalare le montagne / E poi ti fermi al primo ristorante / E non ci pensi più». Per fortuna il Nostro ha scelto di superarla, quella paura maledetta di rischiare, abbandonando il lavoro nell'azienda di famiglia (la Brunori Sas, per l'appunto) per inseguire il sogno di fare musica e regalarla a tutti in serate godibili come quelle di venerdì.