27 aprile 2024
Aggiornato 04:30
L'analisi politica

Corsa verso comunali e regionali: quanto influirà l'effetto 'proporzionale'?

Il probabile ritorno all'attivo sistema elettorale è destinato a ridisegnare alleanze e strategie, a sgonfiare l’attesa messianica per la scelta del premier, a riportare in cattedra il ruolo dei partiti. Cosa accadrà a Udine e in Fvg?

UDINE - Il limite, ma anche il pericolo, potrebbe essere quello di sentirsi già vincitori. A Udine come a Trieste e Roma. E proprio ricordando la serqua di sconfitte subite nel capoluogo friulano, il centrodestra farebbe bene a fare tesoro degli errori passati, a cominciare da un virus da cui non si è ancora immunizzato: le divisioni e i personalismi che hanno avvelenato ogni campagna elettorale con scissioni tanto masochiste quanto perdenti. A Udine, il presidente della Provincia di Udine si dice pronto a correre per palazzo d’Aronco in ciò confortato – assicura – dall’appoggio già promessogli da Forza Italia e Fratelli d’Italia. Candidatura più che possibile, legittima, forte, quella di Fontanini, ma tutt’altro che scontata giacché dovrà fare i conti con una partita molto più complessa che si gioca su tavoli ben più importanti: quello regionale e quello nazionale.

L’effetto proporzionale
L’ormai imminente ritorno del proporzionale è destinato a ridisegnare alleanze e strategie, a sgonfiare l’attesa messianica per la scelta del premier, a riportare in cattedra il ruolo dei partiti che ricominceranno, attingendo anche al manuale Cencelli, a giocare su tutti gli scacchieri aperti. Per dirne una, appare così improbabile che la Lega possa volere sia il candidato governatore, che quello del sindaco di Udine. Possa cioè pensare di guidare tre Regioni del Nord come il Fvg, il Veneto e la Lombardia e pretendere pure il sindaco di Udine. Lo sa Fontanini, ma lo sanno anche Fedriga e Salvini. Senza contare che il Cavaliere, consapevole che il proporzionale ridarebbe linfa alla sua smunta Forza Italia, ha già dato fuoco alle polveri delle ‘provocazioni’ mordi e fuggi.
La sponsorizzazione di Zaia a premier ha avuto l’effetto cercato da Berlusconi: irritare Salvini e i FdI. Ma al di là delle provocazioni, Berlusconi pare tentato da quel partito della Nazione che non è riuscito a Renzi. Le imminenti convention dell’Ncd di Angelino Alfano e di ‘Energie per l’Italia’ dell’ex candidato sindaco di Milano, Stefano Parisi, si muovono nella stessa direzione. Quella cioè di un rassemblement dei moderati con lo scopo di isolare la deriva lepeniana di Salvini e di Meloni. In quest’ottica, un effetto scissione Pd nel centrodestra non è da escludere.

Fontanini ma anche Colautti e Bertossi
Dunque, Pietro Fontanini non solo dovrà fare i conti con i futuri equilibri interni al centrodestra che saranno ridisegnati a Roma, ma anche con le annunciate candidature del consigliere comunale Loris Michelini, che intende perseguire il progetto civico che fu di Adriano Ioan, dell’ex assessore regionale Enrico Bertossi, e soprattutto e principalmente del consigliere regionale dell’Ncd, Alessandro Colautti, uno che ha tutte le intenzioni di sparigliare il quadro del centro destra e farlo diventare non più una sommatoria di sigle, ma un laboratorio politico che vada oltre gli schemi tradizionali con alleanze, intese, aperture che oggi apparirebbero politicamente blasfeme.

La situazione per le regionali
Alla luce di quanto potrebbe accadere nelle prossime settimane e dell’effetto-proporzionale, a livello regionale salgono le quotazioni della candidatura del capogruppo di Fi in Regione, Riccardo Riccardi. Il segretario regionale della Lega, Massimiliano Fedriga, più volte indicato da Salvini come candidato alla guida del Fvg, non solo è consapevole che il Carroccio non può pretendere la guida di tre regioni del Nord, ma sarebbe sicuramente disposto a fare un passo indietro e tenersi stretto il ruolo che ricopre ora come capogruppo del Carroccio alla Camera. Riccardi, cui difetta un po’ di elasticità, potrebbe tentare fin da subito un accordo con l’amico più di un tempo che attuale, Sergio Bini, che con il suo ‘Progetto Fvg’ ha impresso un’accelerazione a un centrodestra un po’ mummificato. Entrambi sanno che non possono farsi la guerra. Resterebbe la variabile-Tondo, che dopo l’infatuazione per il progetto di Passera, adesso ha sposato quello di Raffaele Fitto, ‘Direzione Italia’. Tondo invoca le primarie, nel mentre il resto del centrodestra, a cominciare da Fedriga, danno priorità al programma e invoca l’unità della coalizione, ma per il momento sta giocando per se stesso. (d.pe)