29 marzo 2024
Aggiornato 12:00
L'appello

Colautti sulle Uti: "Stop alla 'guerra' tra istituzioni"

Il capogruppo di Ncd chiede che "la politica riprenda in mano la situazione e non la lasci ai tribunali" e aggiunge: "La riforma così com'è non funziona"

UDINE - Il capogruppo di Area popolare/Ncd in Consiglio regionale, Alessandro Colautti, lancia un appello anche alla maggioranza perché «la politica riprenda in mano la situazione e non la lasci ai tribunali. Una tale guerriglia tra istituzioni in Friuli Venezia Giulia non era mai successa. La riforma Uti non solo non funziona, costa di più, non porta efficienza e ci indebolisce nel confronto istituzionale per chiedere a Roma maggiori competenze»
"Come possiamo pensare di sederci a un tavolo a Roma a chiedere più competenze presentandoci con il caos istituzionale cui stiamo assistendo, rivelatore di un sistema integrato Regione e Comuni che è saltato e di un Tribunale, quello amministrativo, che ha ormai sostituito la politica?» Colautti registra la fatica delle Uti a partire, tanto che alcune, per ammissione dello stesso assessore regionale alle Autonomie Paolo Panontin, non partono, mentre quelle che hanno provato a partire versano in una situazione di comprovata difficoltà.

I costi della riforma sono destinati a lievitare
A preoccupare Colautti, in uno scenario in cui si muovono sindaci ribelli, Comuni che escono dalle Uti, Unioni che ricorrono al Tar contro i Comuni e altre casistiche di altrettanto impatto, è il fatto che «non solo la riforma degli enti locali si conferma sbagliata nell'impianto, ma non ha neppure immaginato la complessità della sua messa in pratica».
Il consigliere neppure si sofferma più sui «sicuri maggiori costi», poiché con estrema chiarezza emerge che «oltre a non ridurre le spese non produce neppure meno efficienza». In cambio, ed è l'aspetto considerato più inquietante, «sta punendo i piccoli Comuni, che sono il presidio del nostro territorio e l'espressione delle nostre caratteristiche a partire da quelle geografiche e morfologiche, senza voler scomodare quelle culturali».

Riattivare un tavolo di confronto
Registrati i fatti, Colautti considera urgente che «la politica riprenda in mano un teatro di guerra giudiziaria, tensioni e sfilacciamenti nei rapporti istituzionali che in Friuli Venezia Giulia non si erano mai visti».
Perciò fa un appello a tutte le forze in Consiglio, e dunque anche alla maggioranza, per riattivare «il tavolo
politico-tecnico che sulle Uti avevamo avviato nel giugno del 2016 e che aveva consentito un accordo per limitare le penalità ai Comuni che non aderivano alle Unioni»
, un tavolo di cui era stato promotore attraverso un ordine del giorno accolto da Consiglio.
L'obiettivo è «arrivare a uno stop della belligeranza e a una manutenzione, prima politica e poi tecnica, della riforma».
Una mossa che, secondo Colautti".