18 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Enti locali

Panontin: "La riforma è legge e va rispettata"

"Abbiamo declinato sul nostro territorio le migliori esperienze nazionali" ha ricordato l'assessore, intervenuto al convegno organizzato dal sindacato pensionati italiani (Spi) della Cgil

UDINE - «La riforma degli Enti locali va comunicata meglio, va spiegata ancora. Abbiamo apportato diverse modifiche
alla legge cercando di togliere ogni alibi a chi la contrastava e per venire incontro alle esigenze operative e politiche dei territori. Non abbiamo mai smesso di interloquire con tutti i portatori di interesse convinti del valore della riforma»
.
Lo ha affermato l'assessore regionale alle Autonomie locali Paolo Panontin, a Fiumicello, durante il convegno organizzato dal sindacato pensionati italiani (Spi) della Cgil regionale su 'La contrattazione sociale e la riforma degli Enti locali in  Friuli Venezia Giulia'.

Una riforma nata per aiutare i Comuni
«La legge di riforma degli Enti locali, come tutte le norme, può essere criticabile ma è norma e va rispettata - ha chiarito Panontin riferendosi in particolare alla fuoriuscita dalle Unioni territoriali intercomunali dei comuni di Paularo e di Monfalcone -. In un sistema democratico non possiamo prescindere da questo assunto. La legge è uno strumento che una comunità organizzata si dà per darsi delle regole e affida al legislatore il compito di farlo. Le norme devono essere applicate, altrimenti siamo nell'anarchia».
Durante l'evento, dal quale per Panontin sono emersi interessanti contributi e riflessioni, e a cui hanno partecipato, fra gli altri, il sindaco del comune di Fiumicello  Ennio Scridel, Gino Dorigo della segretaria Spi Cgil Fvg e il consigliere regionale e presidente della V Commissione   Vincenzo Martines, è stata ripercorsa la riforma in modo puntuale.
«Questa riforma - ha chiarito l'assessore regionale - nasce per aiutare i Comuni perché non ci sono più le condizioni strutturali per dare risposte ai cittadini, basta guardare la realtà: 150 Comuni sotto i 5 mila abitanti, un terzo sotto i mille. Oggi è indispensabile mettersi insieme e operare in una cultura cooperativa e solidaristica. Parlare di Unione di comuni significa mettere insieme gli enti per svolgere assieme delle funzioni e decidere lo sviluppo di un territorio che corrisponde sostanzialmente all'ambito socio-assistenziale».
Panontin ha ricordato come in Italia esistono già 536 unioni di Comuni: «più di 12 milioni di abitanti sono amministrati dalle Unioni» e perché funzionino, fra gli elementi rilevanti, per Panontin emerge il ruolo fondamentale sia degli amministratori e che dei dipendenti.

La difesa di Panontin
«Abbiamo declinato sul nostro territorio le migliori esperienze nazionali - ha ricordato l'assessore - ad esempio quelle dell'Emilia-Romagna, che ha cominciato questo percorso a metà degli anni Novanta, ma abbiamo guardato anche a quelle europee della Germania, dell'Austria, della Svizzera, della Francia, della Spagna e del Nord Europa».
L'amministrazione regionale ha cinque anni di tempo per attuare le riforme strutturali ma è «un tempo troppo breve per una riforma rilevante come questa - ha osservato Panontin - che sconta anche il fatto che, per più di un anno, abbiamo dovuto combattere con i ricorsi al Tar e non li abbiamo promossi noi».
Sul personale Panontin ha indicato come «la nostra esigenza oggi è quella di dare risposte alle Unioni affinché si strutturino e ai Comuni perché possano assumere personale: in questo senso faremo partire una stagione concorsuale e nel contempo faremo attingere dalle graduatorie esistenti». Rilevante per l'assessore anche la contrattazione sindacale, «un tema importante di confronto anche per apportare correttivi al sistema per favorire l'avvio delle Unioni».