28 marzo 2024
Aggiornato 23:30
La chiacchierata

Incarico fiduciario per Gottardo: si occuperà di Affari Esteri per Alfano

Il coordinatore regionale del Nuovo Centrodestra parla di politica nazionale e regionale, lanciando la candidatura di Colautti a sindaco di Udine

UDINE - Due mandati da sindaco a Sacile, tre mandati da consigliere regionale e contemporaneamente tre mandati a Bruxelles nel Comitato delle regioni, uno come capo delegazione e due come presidente del Ppe. Durante il periodo da parlamentare a Roma, era in commissione politiche europee dove spesso è stato relatore sulle leggi comunitarie e in particolare su quella di adeguamento delle istituzioni italiane al seguito del trattato di Lisbona. Insomma, un pedigree che ha convinto il ministro Angelino Alfano ad affidargli un incarico fiduciario per gli Affari esteri. Tra l’altro, Isidoro Gottardo era stato scelto anche dal Governo Gentiloni come uno dei tre componenti di nomina statale nella Paritetica.
Gottardo, in particolare, dovrà occuparsi dei gruppi di cooperazione transfrontaliero che significa Alpi, ma anche il Mediterraneo e l’Adriatico. L’incarico riguarda l’attività del cosiddetto Processo di Berlino dei Balcani occidentali, la cui presidenza è passata ora all’Italia e culminerà con il vertice previsto per il 12 luglio a Trieste. Gottardo sarà chiamato a occuparsi dei nuovi progetti di trasporti ed energia, dell’innovazione, degli scambi giovanili e interuniversitari, del rafforzamento dello stato di diritto.

Una materia che Gottardo conosce a fondo
«La proposta mi era stata avanzata già nel periodo natalizio – spiega Gottardo – ma non ho accettato immediatamente perché si tratta di un incarico che presuppone parecchio impegno e altrettanta responsabilità, proprio nel momento in cui stavo cercando di ricuperare una certa qualità della vita. Ma non posso negare che si tratti di materia di cui mi sono sempre occupato. Ritengo quindi di avere la giusta dose di competenza giusta. Da qui la decisione di corrispondere alla fiducia accordatami». Gottardo aggiunge di avere accettato l’incarico anche «nella convinzione che possa essere utile anche al Fvg, pensando alla internazionalizzazione e a quanto interesse abbiamo a una politica di stabilizzazione dei Balcani, sia economicamente sia per l’inclusione che significa democrazia e prospettive per i giovani».

Lo scenario regionale e la mancata alleanza con la Lega 
Gottardo manterrà il compito di coordinatore del Fvg dell’Ncd, che il 18 marzo terrà l’assemblea nazionale a Roma, dando il via alla costituzione della nuova forza politica nata dalla convergenza di forze moderate e di centro. «Non sarà un 'centrino' – precisa – ma una forza robusta». Quanto agli scenari regionali, Gottardo sottolinea che «in questi anni siamo rimasti coerenti con il nostro ruolo di opposizione, e non siamo mai scesi a compromessi. Infine, non abbiamo confuso il livello nazionale con quello regionale». Gottardo ritiene che l’Ncd sia alternativo a chi governa in Fvg, «ma ovviamente per la nostra natura non siamo disponibili – manda a dire alla Lega – a fare da stampella a populusimi. Al Fvg serve una coalizione e un programma seri nel modo di governare, che abbandonino slogan e sappiano restituire virtuosità all’autonomia regionale, ristabilendo chiarezza anche nei rapporti con Roma. L’attuale presidenza della Regione ha un po’ confuso i ruoli, mettendo a rischio il ruolo della nostra autonomia».

La candidatura di Colautti a Udine
Il coordinatore dell’Ncd aggiunge che «nessuno mai nel Pd ci ha cercato. Non abbiamo mai avuto neppure l’imbarazzo di dire di no». E dal livello regionale si sposta su quello del capoluogo friulano per lanciare con forza la candidatura di Alessandro Colautti che, sottolinea, «garantirebbe a Udine un sindaco di grande serietà ed esperienza. Ovviamente anche qui il terreno privilegiato su cui costruire una coalizione è tra le forze che si sono opposte a Honsell in tutti questi anni». Già, ma ci sarà anche la Lega in questa partita? «La Lega per il momento – è la sua replica - è presa dai suoi slogan e dal suo facile tornaconto che elettoralmente premia i populismi. Governare è un’atra cosa. E quindi la Lega dovrà scegliere».
E se gli si fa notare che Salvini non vuole accordi con l’Ncd, Gottardo ribatte che «bisogna lasciarli dire fino al momento di stringere e quando si stringe sono molto realisti e capiscono che la coalizione ha bisogno del voto di tutti. Gorizia docet. Fino a una settimana prima del voto avevano posto il veto a Romoli perché si presentava come Pdl. E’ bastato cambiare il simbolo Pdl con Popolo di Gorizia ed è scattato l’accordo».